L’incompetenza politica: un costo insostenibile

I manifesti esposti dai senatori della Lega Nord, grezzi ed imprecisi, hanno nuovamente evidenziato la preoccupante mancanza di preparazione di un numero significativo di parlamentari. L’errore grammaticale (“Qual’è” invece di “Qual è”), palesemente visibile sui cartelli esibiti in aula, ha messo in luce non solo una carenza di conoscenze legislative e procedurali, ma anche una lacuna di base nell’alfabetizzazione. (Si noti che la corretta forma al femminile è “un’analfabeta”). Questa diffusa ignoranza è in parte conseguenza di sistemi elettorali come il “porcellum”, che non hanno affatto favorito la selezione di rappresentanti competenti. Il nuovo sistema proposto da Renzi, almeno finora, non sembra risolvere questo grave problema strutturale. Esempi lampanti di questa situazione sono rappresentati da personaggi della politica come Razzi e Gelmini, la cui inadeguatezza è stata ampiamente documentata, come nel caso della gaffe di Gelmini sul tunnel del Gran Sasso. Anche se è facile criticare a distanza, numerose interviste giornalistiche hanno dimostrato la scarsa conoscenza di molti parlamentari su fatti storici, internazionali e di attualità. Se un imprenditore pagasse un dirigente 20.000 euro mensili (cifra approssimativa al ribasso) senza le competenze base del proprio settore, sarebbe impensabile. Analogamente, noi cittadini, in quanto “azionisti” della Repubblica Italiana, dovremmo pretendere di meglio dai nostri rappresentanti. È giunto il momento di chiedere maggiore responsabilità e competenza ai nostri governanti.