Famiglia nel bosco, quanto ci costano davvero al giorno: “Una cifra insostenibile ogni 24 ore” | E intanto noi paghiamo
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La vicenda della cosiddetta famiglia del bosco continua ad alimentare talk, dibattiti e pagine di cronaca. Tra Palmoli e L’Aquila si rincorrono interrogativi e valutazioni discordanti, mentre la situazione resta sospesa in una complessa rete di decisioni tecniche, adempimenti giudiziari e difficoltà economiche. A oltre tre settimane dall’allontanamento dei tre bambini, il quadro appare ancora irrisolto, con il piccolo Comune abruzzese improvvisamente chiamato a sostenere un onere finanziario che rischia di mettere in crisi un bilancio già fragile.
Il sindaco Giuseppe Rosario Masciulli ha raccontato pubblicamente, anche ai microfoni di Mediaset, la pressione economica crescente sulle casse comunali. Dal 20 novembre, data di ingresso della madre e dei figli nella casa-famiglia di Vasto, Palmoli spende 244 euro al giorno per il loro mantenimento. Una cifra imponente per un municipio di appena 850 abitanti, sostenibile — spiega il sindaco — solo grazie ai contributi statali e per un periodo massimo di 4-5 mesi. Oltre questa soglia, il costo ricadrebbe direttamente sul bilancio comunale, aprendo scenari preoccupanti.
I costi quotidiani e la posizione del sindaco: un equilibrio sempre più fragile
La situazione economica si intreccia con le dinamiche familiari e giudiziarie. Attualmente, l’unico membro della famiglia a non pesare sulle finanze del Comune è Nathan Trevallion Birmingham, che continua a spostarsi tra la casa nel bosco e l’abitazione temporanea messa a disposizione dall’imprenditore Armando Carusi. I lavori di ristrutturazione promessi dopo i controlli dell’autunno, però, non sono stati ancora presentati ufficialmente, alimentando l’impressione di un limbo abitativo destinato a protrarsi.
Nel frattempo, la vicenda giudiziaria ha segnato un passaggio chiave. La tutrice Maria Luisa Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese hanno espresso parere negativo sul ricongiungimento immediato dei minori con i genitori. Ritengono infatti che la settimana trascorsa nella comunità sia troppo breve per valutare un superamento delle criticità rilevate dall’autorità minorile. Il loro parere non vincola il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, ma rappresenta comunque un’indicazione importante: la misura di allontanamento del 20 novembre non sembra destinata a essere revocata rapidamente.

Le strategie della difesa e l’attesa dei magistrati: cosa può accadere il 16 dicembre
Gli avvocati dei genitori, Marco Femminella e Danila Solinas, stanno lavorando per rispondere punto per punto alle contestazioni della Procura minorile, a partire dall’accusa di isolamento dei bambini. Il Comune ha già manifestato disponibilità a fornire insegnanti per lezioni individuali, in modo da affiancare l’apprendimento parentale e facilitare una transizione educativa più strutturata.
Tuttavia, ogni percorso resta subordinato al giudizio dei magistrati, che dovranno stabilire se esistano le condizioni per un rientro progressivo dei bambini in famiglia o se sia necessario prolungare la permanenza nella struttura protetta. L’udienza davanti alla Corte d’appello civile è fissata per il 16 dicembre e potrebbe rappresentare un momento determinante per l’evoluzione del caso.
L’inchiesta resta così sospesa tra esigenze di tutela, equilibri economici e valutazioni tecniche. Il caso della famiglia del bosco, nato ai margini del territorio, oggi coinvolge istituzioni, comunità locali e opinione pubblica, mostrando la sua complessità e una verità ancora tutta da definire. Per ora resta una certezza: Palmoli continua a sostenere costi e responsabilità che vanno ben oltre le sue dimensioni amministrative.
