Il dato più evidente riguarda la conferma di una distanza importante tra il partito di governo e il resto del campo. Ma dietro la facciata di una maggioranza apparentemente solidissima, i numeri sulla fiducia nel governo raccontano una realtà più sfumata, in cui entusiasmo e disillusione convivono. Allo stesso modo, dentro il perimetro del centrodestra si sta consumando un cambiamento silenzioso, con Forza Italia che torna protagonista e la Lega costretta a inseguire. Sullo sfondo, un’opposizione che non riesce a trasformare il proprio potenziale in una vera alternativa competitiva.
Mentre ci si interroga su chi “comandi davvero” nel cuore dell’elettorato, questo sondaggio offre una chiave di lettura preziosa: non solo la conferma di alcune tendenze già emerse, ma anche il consolidarsi di rapporti di forza che potrebbero pesare sulle scelte strategiche dei partiti, dalle alleanze alle campagne sui territori, fino alla gestione della prossima stagione politica ed economica.
Fratelli d’Italia allunga, il centrosinistra si ferma e il centrodestra cambia volto
La prima grande indicazione arriva dal dato di Fratelli d’Italia, che raggiunge un impressionante 31%. Per il partito guidato da Giorgia Meloni si tratta di un risultato che non solo conferma la leadership nel quadro politico, ma allarga il solco rispetto agli avversari diretti. È una percentuale che, letta in parallelo con le difficoltà degli altri partiti, rende sempre più complesso il lavoro di chi cerca di costruire un’alternativa credibile alla guida del Paese.
Dall’altra parte, il Partito Democratico resta attestato al 21,8%, un valore che segnala una tenuta, ma anche una certa immobilità. Il distacco di quasi dieci punti da Fratelli d’Italia continua a pesare sulle ambizioni del centrosinistra, che appare ancora lontano dal colmare lo spazio che separa l’opposizione dalla possibilità di contendere realmente la guida del governo. Nel mezzo, il Movimento 5 Stelle resta fermo all’11,6%, lontano dai picchi del passato e sempre più schiacciato tra il partito di governo e il principale partito di opposizione.
Dentro il perimetro del centrodestra, però, la notizia più significativa riguarda il sorpasso di Forza Italia sulla Lega. Il partito guidato da Antonio Tajani sale infatti fino all’11%, mentre la Lega scende all’8,5%. È un cambio di passo importante, che modifica i pesi interni alla coalizione e restituisce a Forza Italia un ruolo che molti davano ormai in declino. Per Matteo Salvini, invece, si tratta di un segnale da non sottovalutare: la sfida non è più soltanto con gli avversari esterni, ma anche con gli alleati.
Alle spalle delle forze maggiori, il quadro è quello di una frammentazione che continua. Alleanza Verdi-Sinistra si colloca al 6,1%, mentre Azione è al 3,2%. Più indietro Italia Viva con il 2,1% e +Europa all’1,8%. Numeri che, presi singolarmente, non sembrano in grado di modificare gli equilibri generali, ma che potrebbero diventare determinanti in caso di nuove intese o coalizioni più ampie, soprattutto in vista di appuntamenti elettorali locali o europei.
Leader, fiducia e futuro del governo: il Paese è spaccato a metà
Se la mappa dei partiti racconta un’Italia in cui Fratelli d’Italia resta nettamente in testa, la classifica dei leader aggiunge un ulteriore livello di lettura. Al primo posto continua a dominare Giorgia Meloni, con un indice di gradimento del 46,5%. Un dato che conferma la sua centralità non solo sul piano istituzionale, ma anche in termini di percezione pubblica.
Subito dietro, però, si segnala la crescita di Antonio Tajani, che sale al 39,6%, conquistando il secondo posto tra i leader più apprezzati. È un risultato che fa il paio con l’ascesa del suo partito nei sondaggi e che rafforza l’immagine di Forza Italia come pilastro moderato della maggioranza. Sul podio resta anche Giuseppe Conte, al 30,6%, seguito a ruota da Elly Schlein con il 29% e da Matteo Salvini con il 27,2%.
Più staccati, ma comunque presenti nel quadro generale, Carlo Calenda al 21,1%, Angelo Bonelli al 16,1%, Nicola Fratoianni al 15,4%, Riccardo Magi al 13,8% e Matteo Renzi al 13,4%. Una costellazione di leader che rappresentano aree specifiche dell’elettorato, ma che, al momento, non sembrano in grado di scalfire la polarizzazione principale tra il blocco guidato da Meloni e l’area di opposizione più strutturata.
Il dato forse più delicato riguarda però la fiducia nel governo. Secondo il sondaggio, solo il 43,5% degli italiani dichiara di avere fiducia nell’esecutivo, mentre il 48,8% afferma di non averne. Una percentuale che delinea un Paese spaccato quasi a metà, con una maggioranza relativa di cittadini che guarda con crescente scetticismo alle scelte del governo. Come ricordato anche dalle rilevazioni citate dalle principali agenzie, l’Italia si trova in una fase di equilibrio instabile, in cui i consensi per il partito di governo restano alti, ma la fiducia sull’azione dell’esecutivo non è altrettanto compatta.
Questo scenario, con Fratelli d’Italia in testa ma un’opinione pubblica divisa sul giudizio complessivo del governo, rende ogni prossima mossa politica ancora più decisiva. Dagli interventi sulla manovra ai temi sociali, passando per le alleanze interne ed esterne alle coalizioni, ogni scelta potrà spostare segmenti di consenso oggi liquidi e domani determinanti. La nuova geografia del voto non è una fotografia immobile, ma una mappa in continuo aggiornamento, su cui tutti i partiti sono chiamati a muoversi con estrema attenzione.