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Sembra un avviso della banca, ma è una trappola perfetta: il caso di Senigallia mostra quanto basta un clic per perdere tutto
In tutta Italia sta tornando a correre veloce la paura della truffa del messaggino, quella che sembra un innocuo avviso della banca e invece diventa un incubo capace di svuotare un conto in pochi minuti. Un allarme che nelle ultime ore è diventato ancora più concreto dopo quanto accaduto nell’entroterra di Senigallia, dove una donna si è ritrovata in trappola davanti a una delle versioni più credibili e curate dello smishing, la tecnica di frode che usa SMS fasulli per catturare dati sensibili.
Quello che sembrava un semplice avviso di sicurezza si è trasformato in un raggiro da quasi 10mila euro, mostrando quanto chiunque possa diventare vittima se colto in un momento di fiducia o preoccupazione.
La vicenda è iniziata con un messaggio che segnalava un presunto pagamento da oltre quattromila euro: un importo sufficiente a spaventare chiunque. Temendo una truffa ai suoi danni, la donna ha subito chiamato il numero indicato nell’SMS, convinta di parlare con il servizio antifrode della propria banca. Dall’altra parte della linea, però, non c’era alcun operatore ma un truffatore esperto, capace di utilizzare un tono rassicurante e procedure credibili.
Con la scusa di bloccare la transazione, l’uomo è riuscito a farsi fornire le credenziali dell’home banking. Da quel momento, per la vittima non c’è stato più nulla da fare: nel giro di pochi minuti è stato eseguito un bonifico di quasi 10mila euro verso un conto sconosciuto. Un attacco rapido, chirurgico e ormai diffusissimo, che sfrutta proprio la tensione emotiva per ottenere l’accesso ai dati bancari.
Quando la donna si è resa conto di essere stata raggirata, si è rivolta immediatamente al Commissariato di Senigallia, dando il via a un’indagine veloce e meticolosa. Gli investigatori sono riusciti a seguire il percorso del denaro fino a identificare il beneficiario: un giovane poco più che ventenne residente in Campania.
Nel tentativo di coprire le sue tracce, il ragazzo aveva persino presentato una falsa denuncia di smarrimento della Postepay utilizzata per incassare il bonifico, un espediente che però non è bastato a cancellare i movimenti già registrati. Le prove raccolte sono risultate sufficienti per procedere e ricostruire con chiarezza l’intero meccanismo della frode.
Il caso di Senigallia non è isolato: le truffe tramite SMS stanno aumentando in tutta Italia, con messaggi sempre più simili ai veri avvisi inviati da banche e istituti di credito. Il punto di forza degli smisher è proprio la capacità di imitare il linguaggio, la grafica e persino i numeri ufficiali, inducendo la vittima a rispondere d’impulso.
Le autorità ricordano che nessuna banca richiede mai credenziali via SMS, telefono o chat, e invitano chiunque riceva avvisi strani a non rispondere, non cliccare link, non richiamare numeri sconosciuti. In caso di dubbio, l’unico riferimento sicuro resta lo sportello della banca o la Polizia. Segnalare subito un messaggio sospetto può evitare non solo di perdere denaro, ma anche che il tentativo venga ripetuto su altre potenziali vittime.
La lezione di questo episodio è chiara: oggi basta un attimo di distrazione per trovarsi con il conto prosciugato. Ed è proprio questo che rende la truffa del messaggino una delle minacce più insidiose del momento.
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