Famiglia nel bosco, il conto in banca parla più di mille parole | cosa rivelano davvero i soldi che hanno
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Nuovi documenti bancari e una svolta legale ridisegnano il caso di Palmoli, mentre cresce il confronto con le istituzioni
La storia della famiglia anglo-australiana che viveva isolata in un casolare nei boschi di Palmoli continua a occupare il dibattito pubblico, trasformandosi di giorno in giorno in un mosaico sempre più complesso. Alla curiosità, allo sconcerto e alle ipotesi che hanno accompagnato l’allontanamento dei tre bambini, si aggiunge ora un nuovo fronte: la ricostruzione dei movimenti bancari dei genitori e la decisione, tutt’altro che marginale, di revocare il mandato al loro storico legale per affidarsi a una nuova difesa.
Una scelta che Catherine e Nathan definiscono necessaria per “ristabilire verità” in una vicenda che ha – a loro dire – travolto l’intera famiglia.
La versione dei genitori e il nodo delle incomprensioni istituzionali
Il primo elemento che emerge dalla lunga nota diffusa dai nuovi avvocati è proprio il rapporto, definito “critico”, con le istituzioni. Catherine e Nathan sostengono che la rottura con l’avvocato precedente sia avvenuta perché, in un momento delicatissimo, sentivano la necessità di un confronto più chiaro e più tecnico con chi stava decidendo del futuro dei loro figli. Rivendicano di non aver mai rifiutato soluzioni abitative alternative, come invece riportato in alcune versioni circolate pubblicamente, definendole «informazioni scorrette» che avrebbero alimentato un clima ingiusto di sospetto.
Tra i punti più significativi della loro ricostruzione c’è il problema della lingua: la coppia afferma di aver compreso pienamente l’ordinanza solo due giorni prima, quando finalmente ha ricevuto la traduzione integrale in inglese. Un dettaglio che potrebbe aver inciso sulla comunicazione con i servizi sociali e sulla gestione di mesi particolarmente tesi. Solo ora, dichiarano, ritengono di agire con piena consapevolezza degli atti giudiziari, ribadendo che i loro figli sono sempre stati il «baricentro unico e indiscusso» di ogni decisione.

I soldi sul conto e le donazioni sospette: cosa dicono davvero i numeri
È però la situazione economica della famiglia a catalizzare l’attenzione pubblica. I documenti bancari inseriti agli atti mostrano infatti somme estremamente ridotte: 128 euro sul conto al 31 marzo 2025, diventati 362 euro tre mesi dopo. Entrate annuali che raggiungono i 19mila euro, in gran parte provenienti da bonifici dei familiari. Una realtà che ha portato molti utenti a chiedersi come fosse possibile mantenere tre bambini con risorse tanto limitate.
Gli importi tra i 100 e i 150 euro sarebbero il frutto di piccole attività lavorative svolte da Catherine in Italia, mentre un versamento da 400 euro destinato a John Cipolla — legato all’Alliance of Indigenous Nations, associazione su cui le autorità indagano per presunti tribunali paralleli — ha alimentato ulteriori interrogativi. È uno di quei dettagli capaci di accendere la discussione in rete: “Come si fa a vivere con quei soldi?”, scrivono gli utenti; “Se queste cifre sono reali, allora la storia cambia”.
Nel frattempo, dalla parte delle istituzioni arrivano nuovi sviluppi. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha confermato che il caso resta sotto esame e che gli accertamenti sono tuttora in corso. Nessun ispettore è stato inviato, precisa, ma il quadro è tutt’altro che chiuso: dalle verifiche potrebbero emergere elementi che porteranno a una svolta o, al contrario, alla prosecuzione delle indagini.
Così la vicenda della famiglia di Palmoli entra in un nuovo capitolo, dove versioni contrapposte, numeri che interrogano e istituzioni in allerta si intrecciano in un racconto che sembra lontano dall’avere una conclusione definitiva. Le prossime settimane diranno se questa nuova narrazione riuscirà finalmente a fare chiarezza o se la storia continuerà ad addensarsi di ulteriori ombre e domande.
