Il Fisco chiude il rubinetto: niente detrazioni per le P.Iva | In tutte queste casistiche paghi tutto tu

Il Fisco chiude il rubinetto: niente detrazioni per le P.Iva | In tutte queste casistiche paghi tutto tu

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Una decisione che travolge professionisti e imprese: quello che finora era normalità ora diventa un costo pieno e senza IVA detraibile

Per chi ha una Partita IVA, il confine tra spese di lavoro e spese personali è da sempre un equilibrio delicato. Cene con i clienti, eventi annuali, premi aziendali, iniziative promozionali: fino a ieri molti professionisti li consideravano strumenti di business, pienamente funzionali alla promozione della propria attività e perciò fiscalmente tutelati. Ma oggi questo scenario cambia radicalmente.

Una nuova sentenza della Cassazione arriva come una doccia gelata e ribalta ciò che molti davano per scontato: le spese sostenute per eventi, cene aziendali, omaggi o premi non sono più considerate pubblicità ma “spese di rappresentanza”, con una conseguenza pesantissima: l’IVA non è detraibile. Una decisione che rischia di colpire migliaia di professionisti, imprenditori e piccole aziende che si ritroveranno improvvisamente con costi più alti e margini ridotti.

La sentenza che cambia le regole: cosa ha deciso davvero la Cassazione

Il caso che ha fatto scattare l’allarme riguarda un’azienda del settore vitivinicolo veneto, che ogni anno organizzava un evento molto noto nel territorio. La società aveva classificato tali costi come spese pubblicitarie, sostenendo di voler promuovere il proprio prodotto, il proprio marchio e la propria presenza sul mercato. L’Agenzia delle Entrate, invece, riteneva che non si trattasse di pubblicità ma di spese di rappresentanza, contestando circa 90.000 euro di IVA negli anni 2015 e 2016.

Dopo una prima fase di giudizio favorevole all’azienda, la Cassazione – con l’ordinanza n. 25144 del 13 settembre 2025 – ha ribaltato tutto. La Suprema Corte ha sostenuto che l’evento non era finalizzato a promuovere uno specifico prodotto o a generare vendite dirette, ma piuttosto a consolidare prestigio, immagine e relazioni, elementi tipici delle spese di rappresentanza. Ed è qui il punto decisivo: le spese di rappresentanza non consentono l’IVA detraibile.

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Perché cene, premi ed eventi non saranno più considerati pubblicità

La Cassazione chiarisce un principio chiave che d’ora in poi peserà su tutte le Partite IVA: ciò che conta non è la forma dell’evento, il numero degli invitati o il valore economico, ma la finalità. Se lo scopo non è promuovere direttamente un prodotto o una linea commerciale, ma semplicemente coltivare immagine e relazioni, non si può parlare di pubblicità.

Anche la presenza del marchio dell’azienda nel nome dell’evento, gli omaggi consegnati durante la cerimonia o l’attenzione mediatica non sono elementi sufficienti a trasformare l’iniziativa in promozione commerciale. Per la Cassazione, tutto questo rientra pienamente nella rappresentanza, categoria che – per legge – permette la deduzione solo entro limiti ben precisi e vieta completamente la detrazione dell’IVA. Un duro colpo per chi usa eventi e relazioni come strumenti fondamentali per la propria attività.