Famiglia nel bosco, hanno raggiunto una soluzione: il sindaco rompe il silenzio nel momento più critica | È stato il padre…
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Un annuncio improvviso riaccende le speranze: dopo settimane di tensione, si intravede la prima vera apertura dei genitori
La storia della cosiddetta “famiglia nel bosco” è diventata uno dei casi più discussi d’Italia, una vicenda seguita con apprensione da settimane tra ricostruzioni, polemiche, decisioni dei magistrati e un acceso dibattito pubblico. Una famiglia che ha scelto di vivere fuori dagli schemi, lontana dalla modernità, e tre bambini allontanati per motivi di sicurezza: un intreccio che ha diviso il Paese tra chi difende le scelte dei genitori e chi ha appoggiato l’intervento delle istituzioni.
Ora però qualcosa è cambiato. Per la prima volta, dopo settimane di silenzi e tensioni crescenti, arriva un annuncio che potrebbe capovolgere l’intera vicenda. Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Rosario Masciulli, ha infatti parlato di una svolta “significativa”, lasciando intendere che i genitori stiano finalmente collaborando e che il ricongiungimento familiare potrebbe non essere più un’ipotesi lontana.
La visita al casolare e il cambio di atteggiamento: cosa è successo davvero
Secondo quanto dichiarato dal sindaco durante la puntata del 28 novembre di *Storie Italiane* su Rai1, il padre, Nathan Trevallion, avrebbe visitato un casolare messo a disposizione da un imprenditore locale e ne sarebbe rimasto favorevolmente colpito. Una semplice visita che, agli occhi dell’amministrazione, rappresenta molto più di un sopralluogo: è il primo vero segnale di apertura da parte della coppia, che finora aveva rifiutato tutte le proposte abitative.
Masciulli si è detto “felicissimo”, sottolineando che questa disponibilità potrebbe finalmente portare alla realizzazione del primo passo richiesto dal magistrato: trovare una casa sicura, stabile e adeguata per i tre bambini di 6, 6 e 8 anni. Il sindaco ha spiegato che il casolare, immerso nella campagna e vicino a una sorgente, si avvicina molto alla filosofia di vita della famiglia, rendendolo una soluzione potenzialmente accettabile per tutti. Una possibilità concreta che, se confermata, potrebbe essere definita “fondamentale” per la risoluzione del caso.

La lettera che ha cambiato tutto: il nuovo dialogo con le istituzioni
A contribuire al nuovo clima è stata anche la lettera diffusa il 27 novembre da Nathan Trevallion e Catherine Birmingham tramite i nuovi avvocati, Marco Femminella e Danila Solinas. Una comunicazione che ha segnato la rottura definitiva con il precedente legale e un drastico cambio di tono.
Nella lettera, la coppia ha dichiarato di volere un confronto diretto e costruttivo con le istituzioni, ammettendo di aver compreso solo recentemente – grazie alla traduzione in inglese dell’ordinanza – la gravità e la complessità della situazione. Hanno ribadito di aver agito sempre “per il benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini” e hanno sottolineato come la barriera linguistica sia stata un ostacolo fondamentale negli ultimi mesi. La frase che ha colpito di più il sindaco è stata tuttavia un’altra: «Non abbiamo davanti un antagonista, ma un’Istituzione che come noi ha a cuore i nostri bambini». Un messaggio che, per la prima volta, rompe il muro di diffidenza con cui la vicenda era iniziata.
Ora, per la prima volta, amministrazione e famiglia sembrano guardare nella stessa direzione. Il caso che ha scosso l’Italia potrebbe finalmente avviarsi verso un epilogo più sereno, anche se restano ancora passaggi delicati da affrontare. Ma questa volta, almeno, si intravede una strada possibile.
