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Nelle ore dell’ultimo saluto a Ornella Vanoni, un dettaglio posto accanto al feretro ha catturato l’attenzione di tutti i presenti: un omaggio discreto, intimo e potentissimo, che ha riportato alla memoria uno dei legami più celebri e profondi della musica italiana.
La camera ardente allestita al Piccolo Teatro Grassi di Milano continua a essere meta di un flusso incessante di persone. Fan, amici, artisti e volti noti arrivano in silenzio, con l’unico desiderio di rendere omaggio all’artista che, per decenni, ha segnato la cultura musicale e il costume italiano. Nonostante la pioggia battente, la fila scorre ordinata sotto gli ombrelli, mentre un’atmosfera sospesa accompagna ogni passo verso il feretro di Vanoni.
L’affetto che Milano sta manifestando in queste ore racconta molto del ruolo che Ornella ha avuto nella vita di intere generazioni. Ma tra i tanti omaggi floreali arrivati al teatro, ce n’è uno che ha immediatamente colpito tutti, destando emozione e un inevitabile ritorno al passato: un cuore di rose gialle appoggiato accanto alla bara.
La bara, una cassa color noce, è tornata al Piccolo Teatro Grassi alle 10 del mattino, mentre i funerali si terranno nella chiesa di San Marco nel pomeriggio. Ma è proprio lì, accanto al feretro, che si trova un cuscino a forma di cuore composto da rose gialle, il colore preferito da Ornella Vanoni. Su un nastro verde risalta un nome scritto in nero: “Gino”. Un dettaglio essenziale, silenzioso, ma sufficiente a evocare un passato noto a tutti gli appassionati di musica italiana: l’omaggio è di Gino Paoli.
Accanto al cuore di rose gialle, anche una seconda composizione di fiori bianchi, firmata “Famiglia Paoli”. Un gesto che racconta non solo un amore del passato, ma un rapporto che, pur trasformato negli anni, è sempre rimasto vivo. La moglie di Paoli, Paola Penzo, legata a Ornella da una sincera amicizia, ha parlato con grande sofferenza di queste ore, rivelando di non aver avuto la forza di svegliare il marito alla notizia della morte dell’artista. Conosceva il dolore che quella notizia avrebbe provocato, un dolore che lei stessa stava provando.
Secondo i racconti delle persone vicine alla famiglia, Gino Paoli e Ornella Vanoni si sarebbero dovuti vedere a breve. Un incontro già fissato, per parlare di nuovi progetti artistici da sviluppare insieme. Un particolare che rende questo addio ancora più struggente. Orietta Berti ha raccontato che Ornella le aveva confidato al telefono il desiderio di lavorare con Paoli a un nuovo album. Un progetto che sembrava vicino, concreto, e che avrebbe segnato un ulteriore capitolo di un legame capace di attraversare decenni.
Paola Penzo ha confermato tutto, aggiungendo che proprio la prospettiva di rivedersi “prestissimo” rende oggi ancora più doloroso quanto accaduto. Il loro legame, nato nel periodo d’oro di entrambe le carriere, non si era mai dissolto: era diventato affetto familiare, stima reciproca, memoria condivisa. Quel cuscino di rose gialle in camera ardente ne è la prova più semplice e più potente.
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