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Sembra il sogno di ogni lavoratore e pensionato: una soglia che azzera l’IRPEF e rende lo stipendio — o l’assegno mensile — più leggero e finalmente libero dalle imposte. Ma cosa prevede davvero la nuova esenzione?
Negli ultimi mesi il tema della pressione fiscale è tornato centrale, complice l’attenzione crescente verso le riforme che riguardano i redditi più bassi. La questione dell’IRPEF, imposta che grava in modo significativo su milioni di contribuenti, ha riacceso il dibattito politico e ha dato spazio a nuove misure pensate per garantire maggiore equità fiscale. È in questo scenario che si inserisce la soglia di esenzione totale prevista per chi percepisce redditi particolarmente contenuti.
L’introduzione di una fascia di totale detassazione apre a un cambiamento concreto nelle buste paga e negli assegni pensionistici, perché elimina in automatico le trattenute IRPEF per chi rientra nei requisiti stabiliti. Un passaggio che promette di alleggerire subito il peso delle imposte sul reddito e migliorare la capacità di spesa delle famiglie.
La misura stabilisce che i lavoratori e i pensionati con redditi molto bassi possano beneficiare di un’esenzione totale dall’IRPEF. Si tratta di una semplificazione pensata per tutelare chi si trova in una condizione economica fragile, riconoscendo il diritto a un reddito minimo non tassato. La soglia rappresenta un limite chiaro: al di sotto di questo valore, l’imposta scompare e la trattenuta in busta paga si azzera.
Il meccanismo è automatico, non richiede domande o moduli specifici e viene applicato direttamente dai sostituti d’imposta sulla base dei redditi dichiarati. Il risultato è immediato: lo stipendio netto aumenta perché non subisce più la tradizionale aliquota IRPEF. Una novità che per molti rappresenta un sollievo immediato e concreto, soprattutto in un periodo segnato dall’aumento dei costi quotidiani.
Per i lavoratori dipendenti, la soglia di esenzione si traduce in una busta paga più alta mese dopo mese. L’importo non è una tantum, ma un beneficio continuativo legato alla stabilità del proprio reddito. Nelle pensioni, il principio è identico: chi percepisce trattamenti minimi o particolarmente bassi vedrà l’importo netto crescere perché la trattenuta fiscale viene ridotta fino a scomparire.
È un cambiamento strutturale con effetti immediati, perché ogni euro risparmiato grazie all’esenzione resta nelle tasche del contribuente, senza bisogno di rimborsi o conguagli successivi. Una misura pensata per offrire supporto reale alle fasce più deboli, riducendo la distanza tra lordo e netto e rendendo più leggibile e sostenibile il rapporto con il fisco.
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