Single e senza soldi, adesso devi pagare una tassa extra se non hai trovato l’anima gemella | Meglio fingersi innamorati
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Si parla sempre più spesso della “tassa dei single”, un’espressione che sta circolando ovunque e che molti hanno interpretato come un vero balzello per chi non ha una relazione. In realtà la questione è molto diversa, ma il risultato non cambia: vivere da soli costa molto di più.
Il termine ha iniziato a diffondersi dopo una serie di analisi che hanno messo in evidenza quanto, oggi, chi vive senza un partner si trovi a sostenere spese nettamente superiori rispetto alle coppie. Non si tratta quindi di un’imposta istituita dallo Stato, ma di una “tassa nascosta” che deriva da condizioni economiche, abitudini di consumo e costi di gestione ormai fuori controllo. È un fenomeno reale, che pesa in particolare su giovani lavoratori, studenti fuori sede e persone che vivono da sole per scelta o necessità.
L’idea di dover pagare “perché si è single” ha generato curiosità, ironia e anche un po’ di allarme, ma gli esperti chiariscono che la definizione vuole solo mettere sotto i riflettori una disparità crescente: vivere in due permette di dividere ogni spesa, mentre affrontare tutto da soli significa pagare il doppio, o quasi, per ogni voce del bilancio domestico.
Perché si parla di “tassa dei single”
La cosiddetta tassa non è una misura ufficiale, ma la somma di tutti quei costi che, inevitabilmente, gravano di più su chi vive da solo. L’affitto, le utenze, la spesa alimentare, i mezzi di trasporto: ogni voce pesa il 30-50% in più rispetto a una coppia che può suddividere le spese. Anche servizi come assicurazioni, abbonamenti e tariffe agevolate tendono a favorire i nuclei familiari più numerosi.
A questo si aggiungono dinamiche sociali ed economiche che penalizzano chi non ha un partner: molti bonus sono riservati a famiglie con figli, alcune agevolazioni sono collegate al numero dei componenti del nucleo e perfino i costi del tempo libero diventano maggiori se non vengono condivisi. È da qui che nasce la sensazione di pagare una vera “tassa invisibile”, un peso economico che si avverte mese dopo mese.

Essere single oggi: libertà sì, ma a caro prezzo
La vita da single non è certo un problema in sé: sempre più persone scelgono consapevolmente l’indipendenza, il proprio spazio e ritmi lontani dalle aspettative tradizionali. Ma questa libertà si scontra con un sistema economico che sembra favorire i nuclei familiari multipli, rendendo la vita solitaria un percorso più costoso di quanto dovrebbe essere.
Molti giovani raccontano di rinunce costanti: affitti troppo alti che impediscono di vivere da soli, spese fisse che prosciugano gli stipendi e una gestione domestica che pesa al punto da costringere a risparmiare su ogni voce. Chi vive da solo deve spesso scegliere soluzioni più care per la spesa, per il trasporto e perfino per le vacanze. E non è raro che il divario economico diventi un vero ostacolo alla stabilità personale.
Il dibattito sulla “tassa dei single” mette semplicemente in luce una verità già nota: non è lo Stato a chiedere un contributo extra, ma il costo della vita a rendere la condizione di single più dispendiosa del previsto. Una consapevolezza che sta spingendo molti a chiedere politiche più inclusive e meno sbilanciate. Fino ad allora, essere single continuerà a essere una scelta di libertà… che però si paga, eccome, mese dopo mese.
