Stretta fumatori, se ti beccano con le sigarette paghi fino a 500€ di multa | Divieto esteso anche alle sigarette elettroniche
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Arriva una nuova stretta per i fumatori: le regole diventano più severe e i controlli più frequenti. Fumare nei luoghi pubblici, anche all’aperto, può costare caro — fino a 500 euro di multa. E nel mirino finiscono anche le sigarette elettroniche, ormai equiparate ai prodotti tradizionali in molte aree.
Il divieto di fumo non riguarda più solo bar, ristoranti e uffici, ma si estende progressivamente a stazioni, parchi, fermate dei mezzi pubblici e persino spiagge attrezzate. L’obiettivo, secondo le linee guida del Ministero della Salute, è proteggere la salute dei non fumatori e ridurre l’esposizione al fumo passivo, che continua a rappresentare una delle principali cause di malattie respiratorie e cardiovascolari. Anche chi utilizza sigarette elettroniche e dispositivi a tabacco riscaldato dovrà attenersi alle stesse regole, con multe salate per chi non rispetta i divieti.
Le nuove restrizioni rispondono a un piano più ampio di prevenzione sanitaria e ambientale, che mira a creare spazi pubblici più salubri e inclusivi. Le amministrazioni comunali, infatti, hanno la possibilità di ampliare le aree “smoke-free” attraverso ordinanze locali. In alcune città, come Milano e Torino, il divieto di fumo si applica già nei parchi e alle fermate degli autobus, mentre altre realtà si stanno preparando a introdurre misure simili entro la fine dell’anno.
Divieto anche per le sigarette elettroniche: cosa cambia
La novità più significativa riguarda proprio le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato. Fino a poco tempo fa, questi prodotti erano esclusi dalle restrizioni previste per le sigarette tradizionali. Ora, invece, le nuove normative equiparano i due comportamenti, vietando l’uso di e-cig in luoghi chiusi e in spazi pubblici dove sono presenti minori, strutture sanitarie o scolastiche. Le sanzioni partono da 50 euro ma possono arrivare a 500 per i casi più gravi o recidivi.
Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno sottolineato che, sebbene le sigarette elettroniche contengano quantità inferiori di sostanze tossiche, la loro diffusione in luoghi pubblici rappresenta comunque un rischio, soprattutto per i soggetti più vulnerabili. La nuova normativa mira a evitare la “normalizzazione” del gesto di fumare, proteggendo in particolare i più giovani dall’esposizione e dall’emulazione.

Dove non si può più fumare e quali sono le sanzioni
Oltre ai luoghi chiusi, il divieto si estende ora a diverse aree all’aperto: fermate dei mezzi pubblici, stadi, cortili scolastici, giardini pubblici e spiagge. In caso di violazione, le sanzioni sono immediate e possono variare da 27,50 a 500 euro, a seconda della gravità e della zona in cui si commette l’infrazione. In presenza di minori o donne in gravidanza, le multe vengono automaticamente raddoppiate. Anche i gestori dei locali pubblici hanno responsabilità diretta: devono esporre i cartelli di divieto e segnalare eventuali trasgressioni alle autorità competenti.
I controlli saranno affidati alla Polizia Municipale e alle autorità sanitarie locali, che avranno il compito di vigilare sul rispetto delle nuove regole. Per ora non è prevista una campagna punitiva, ma un periodo di informazione e sensibilizzazione. Tuttavia, chi verrà sorpreso con la sigaretta accesa in un’area vietata non potrà più cavarsela con un semplice richiamo verbale.
La nuova stretta rappresenta un ulteriore passo verso un’Italia più attenta alla salute pubblica e alla qualità dell’aria. Le norme, già in vigore in diversi paesi europei, confermano l’impegno nel ridurre l’impatto del fumo passivo sulla popolazione. Un cambiamento che richiede abitudine e responsabilità, ma che promette di rendere le città più vivibili e sicure per tutti. Fumare, d’ora in poi, avrà regole molto più rigide — e ignorarle può costare caro.
