Italiani alla canna del gas, nuovi aumenti sulla spesa | Prodotti alimentari di base i più colpiti

Italiani alla canna del gas, nuovi aumenti sulla spesa | Prodotti alimentari di base i più colpiti

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I nuovi dati diffusi dall’Istat fotografano una realtà difficile: i prezzi dei beni alimentari tornano a salire e pesano sempre di più sul bilancio delle famiglie. Pane, pasta, frutta e verdura guidano la lista dei rincari, con incrementi che superano la media dell’inflazione generale.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale di statistica, il mese di novembre segna un nuovo record nel costo dei generi alimentari di base. Dopo un periodo di apparente stabilità, l’aumento dei prezzi al consumo è tornato a farsi sentire nelle corsie dei supermercati e nei mercati rionali. Il rincaro medio stimato per i prodotti alimentari è del 5,8% su base annua, con punte più alte per pane, pasta, frutta fresca e carne bianca.

Le famiglie italiane si trovano così a dover fare i conti con un carrello della spesa sempre più costoso, mentre i salari restano fermi. L’Istat sottolinea che l’aumento dei prezzi riguarda in particolare i prodotti essenziali, quelli che incidono maggiormente sulla spesa quotidiana. L’effetto combinato di condizioni climatiche sfavorevoli, costi energetici e rincari nella logistica ha creato un circolo vizioso che si riflette direttamente sullo scontrino finale.

I prodotti più colpiti e le cause dei rincari

Tra i beni che hanno registrato i rialzi più evidenti ci sono pane e derivati, che segnano un +7% rispetto all’anno precedente, seguiti dalla pasta (+6,4%) e dalla frutta fresca (+8,2%). Anche verdure e ortaggi mostrano aumenti consistenti, legati alla riduzione dei raccolti in diverse regioni italiane. L’effetto del cambiamento climatico e dell’aumento dei costi agricoli è ormai visibile su larga scala, con conseguenze dirette sulla filiera alimentare.

I rincari non risparmiano nemmeno i prodotti confezionati e i beni di largo consumo: latte, yogurt e olio di semi segnano incrementi tra il 3 e il 5%, mentre lo zucchero e i prodotti dolciari hanno subito una nuova impennata dopo la crescita record del 2024. Anche i prezzi delle bevande, in particolare dei succhi di frutta e delle acque minerali, risultano in aumento, confermando la tendenza generalizzata a un rialzo dei costi di produzione e distribuzione.

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L’impatto sulle famiglie e le misure allo studio

Secondo le stime Istat, l’impatto medio sui bilanci familiari è di circa 700 euro annui in più per una famiglia di quattro persone. Le associazioni dei consumatori parlano di una “tassa occulta” che colpisce soprattutto i redditi medio-bassi, costretti a rinunciare a prodotti freschi o di qualità per contenere la spesa. Molti nuclei scelgono sempre più spesso le private label o riducono la frequenza degli acquisti, segnando un cambiamento nelle abitudini alimentari.

Il Governo, dal canto suo, sta valutando nuove misure di sostegno per le famiglie più colpite, tra cui l’estensione dei “bonus spesa” e l’introduzione di agevolazioni temporanee sull’Iva per alcuni beni di prima necessità. Intanto, le organizzazioni agricole chiedono interventi strutturali per contenere i costi di produzione e sostenere la filiera agroalimentare, già provata da mesi di rincari e instabilità climatica.

Il quadro generale resta complesso: gli italiani si trovano a fronteggiare l’ennesima ondata di aumenti in un periodo in cui il potere d’acquisto continua a diminuire. L’Istat conferma che la spesa alimentare rappresenta ormai oltre il 20% del budget medio familiare, con un trend in crescita. Mentre le previsioni economiche parlano di un possibile rallentamento nel 2026, il presente resta segnato da una quotidianità fatta di tagli, rinunce e prezzi che sembrano non fermarsi mai.