Stangata IMU, saldo di dicembre in arrivo | Regole, date e aliquote comunali: chi rischia con le novità resta in mutande

Stangata IMU, saldo di dicembre in arrivo | Regole, date e aliquote comunali: chi rischia con le novità resta in mutande

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Scatta l’ora del saldo IMU: entro dicembre milioni di proprietari dovranno versare la seconda rata dell’imposta municipale. Le nuove aliquote e le verifiche comunali rendono il pagamento più delicato che mai.

Il conto alla rovescia è iniziato. Entro il 16 dicembre 2025 i contribuenti italiani dovranno saldare la seconda rata dell’IMU, l’imposta municipale propria dovuta su immobili diversi dall’abitazione principale. Quest’anno la scadenza arriva con alcune novità rilevanti: diversi Comuni hanno aggiornato le aliquote, mentre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ribadito i criteri di calcolo e le regole per i versamenti, specificando i casi di esenzione e riduzione. Un insieme di modifiche che, se ignorate, può tradursi in sanzioni pesanti e richieste di integrazione.

Il saldo di dicembre rappresenta la parte più consistente dell’imposta annuale, poiché deve tenere conto delle variazioni intervenute nel corso dell’anno, come cambi di residenza, vendite, successioni o modifiche catastali. Ogni Comune può deliberare autonomamente le proprie aliquote entro i limiti fissati dal Ministero, e ciò comporta differenze anche significative da una città all’altra. Ecco perché è fondamentale consultare la delibera aggiornata del proprio Comune, disponibile sul sito del MEF nella sezione dedicata ai tributi locali.

Le regole di calcolo e le scadenze da ricordare

L’IMU si calcola partendo dalla rendita catastale rivalutata del 5%, moltiplicata per un coefficiente variabile in base alla categoria dell’immobile. Su questa base imponibile si applica l’aliquota comunale, generalmente compresa tra lo 0,4% e l’1,06%. Ogni Comune può introdurre agevolazioni specifiche per abitazioni concesse in comodato ai familiari, immobili in locazione a canone concordato o fabbricati inagibili.

Per il 2025, le scadenze restano invariate: acconto entro il 17 giugno e saldo entro il 16 dicembre. Il pagamento può essere effettuato tramite modello F24, indicando i codici tributo previsti per ciascun tipo di immobile, oppure attraverso la piattaforma PagoPA. Chi dimentica o versa in ritardo può regolarizzare la posizione con il ravvedimento operoso, che consente di pagare una piccola maggiorazione invece di incorrere in sanzioni più elevate.

Le novità che mettono in allerta i contribuenti

La principale novità di quest’anno riguarda il rafforzamento dei controlli incrociati tra banche dati comunali, catastali e fiscali. In questo modo, i Comuni potranno individuare in tempo reale omissioni o versamenti incompleti, anche per immobili ereditati o non più utilizzati. Inoltre, diversi enti locali hanno deciso di aumentare le aliquote sulle seconde case e sugli immobili a uso investimento, per compensare la riduzione dei trasferimenti statali.

Attenzione anche ai proprietari che hanno cambiato residenza nel corso dell’anno: se la nuova abitazione non è ancora stata registrata come “principale”, si rischia di dover pagare l’IMU piena anche su un immobile che in realtà dovrebbe essere esente. In questi casi è consigliabile verificare subito lo stato anagrafico e catastale per evitare richieste di pagamento retroattivo. Una disattenzione può costare centinaia di euro, e con le nuove verifiche automatiche sarà sempre più difficile sfuggire ai controlli.

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Come evitare errori e sanzioni

Per calcolare correttamente l’importo dovuto è possibile utilizzare i simulatori online presenti sui siti dei Comuni o del Ministero dell’Economia. In caso di dubbi, è preferibile rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale, che può verificare la corretta applicazione delle aliquote e l’eventuale diritto a riduzioni. L’IMU resta una delle imposte più complesse del panorama tributario italiano, ma conoscere le regole è il modo migliore per non cadere in errore.

Il messaggio del MEF è chiaro: la scadenza di dicembre non ammette leggerezze. Con le aliquote aggiornate e i controlli più serrati, chi non presta attenzione rischia davvero di restare “in mutande”. Bastano pochi minuti per verificare la propria posizione e mettersi al riparo da sanzioni, interessi e notifiche indesiderate. La prudenza, anche in materia fiscale, resta sempre la miglior forma di risparmio.