Scusateci ma abbiamo finito i soldi | BONIFICI INPS BLOCCATI A NOVEMBRE: è una strage per gli italiani

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L’INPS deve dichiarare praticamente un fallimento annunciato: i soldi finiscono e non tutti verranno davvero accontentati.
Il denaro sembra non bastare mai, ma questa volta la situazione rischia di farsi drammatica. Con l’arrivo dell’inverno, le famiglie italiane si ritrovano a fare i conti non solo con il freddo, ma anche con le bollette sempre più pesanti, il caro spesa e le spese natalizie ormai alle porte.
In un periodo in cui ogni euro conta, la notizia di un possibile blocco dei bonifici INPS cade come un fulmine a ciel sereno. I risparmi si assottigliano e i margini di manovra diventano sempre più stretti. Molti contavano proprio sui pagamenti INPS per affrontare le settimane più dure dell’anno, tra rate, tasse e regali da mettere sotto l’albero.
Ma se davvero le erogazioni dovessero rallentare, l’impatto sarebbe immediato e tangibile su milioni di famiglie che già vivono in equilibrio precario. L’INPS è il pilastro economico di milioni di italiani. Dalle pensioni agli assegni familiari, dai congedi di maternità fino ai bonus una tantum: questa è l’INPS.
Le mansioni dell’INPS
L’istituto rappresenta la garanzia principale di sostegno economico per chi lavora, chi ha lavorato e chi oggi fatica a tirare avanti. Ogni bonifico è un segnale di sicurezza, una promessa di stabilità in un paese dove il costo della vita continua a salire e, con esso, anche le problematiche di natura sociopolitica.
Proprio per questo, ogni ritardo o sospensione genera allarme. Le responsabilità dell’istituto non sono solo amministrative, ma anche sociali: dietro ogni accredito ci sono famiglie, lavoratori e anziani che dipendono da quei fondi per sopravvivere. E adesso?
Blocco bonifici di novembre
Eppure, novembre rischia di essere un mese complicato. Alcune categorie di lavoratori non riceveranno i bonifici INPS relativi agli aumenti di stipendio legati alla detassazione del 10%. Si tratta del comparto artigiano e di diversi settori collegati: secondo Confartigianato, nelle costruzioni operano 1,6 milioni di addetti, di cui 762.000 nelle imprese artigiane, il 48,4% del totale. Una fetta enorme della forza lavoro, esclusa dal beneficio fiscale.
Anche i lavoratori dei comparti commercio, turismo e industria artigiana resteranno fuori dal provvedimento. I contratti collettivi di settore, già rinnovati e validi fino al 2026, prevedono aumenti già in corso, ma nessuna agevolazione immediata. Per loro, la detassazione potrà arrivare solo tra il 2027 e il 2028. A meno di un intervento straordinario del Ministero dell’Economia, la delusione rischia di trasformarsi in una protesta diffusa, con i sindacati già pronti a far sentire la loro voce. Tuttolavoro24.it ha diffuso le informazioni in merito.