Morti di fame, tornate a lavorare | CANCELLATO L’ASSEGNO UNICO: il comunicato cattivissimo di Meloni

Morti di fame, tornate a lavorare | CANCELLATO L’ASSEGNO UNICO: il comunicato cattivissimo di Meloni

Meloni (wiki commons) risorgimentonocerino.it

In un clima così caldo, Giorgia Meloni sfida i cittadini italiani con una stoccata imprevista ai danni del loro portafoglio.

L’Italia è finita nel mirino dell’opinione pubblica internazionale per la posizione ambigua assunta nei confronti del conflitto israelo-palestinese.

Inoltre il mancato riconoscimento dello stato della Palestina, a differenza di molti altri paesi europei, ha fatto esplodere proteste in tutta la penisola. Dal 22 settembre, scioperi, cortei e occupazioni hanno paralizzato città e università, spingendo studenti, lavoratori e sindacati a una mobilitazione di portata mastodontica.

Le tensioni sociali sono cresciute, e con esse il malcontento verso un governo percepito come distante. In questo contesto infuocato, la risposta dell’esecutivo ha colpito nel segno più sensibile: il portafoglio dei cittadini. A sorpresa, infatti, l’assegno unico è stato modificato, con un comunicato che molti hanno definito una vera e propria dichiarazione di guerra ai più fragili.

L’assegno unico

L’assegno unico universale è una misura introdotta per sostenere economicamente i nuclei familiari con figli a carico. Ha sostituito una serie di bonus e detrazioni frammentate, accorpandole in un’unica erogazione mensile. L’obiettivo era semplificare il sistema e garantire un aiuto proporzionato al reddito, basato sull’ISEE.

Nel corso degli anni l’assegno unico è diventato un pilastro del welfare familiare, aiutando milioni di genitori a far fronte alle spese per la crescita dei figli. Ma con l’inflazione crescente e il costo della vita alle stelle, la sua revisione ha scatenato un’ondata di polemiche e accuse di insensibilità sociale da parte del governo.

Euro – Canva – www.risorgimentonocerino.it

Cancellato l’assegno unico se superi questo valore

La soglia ISEE per ottenere l’importo massimo è stata fissata a 17.227,33 euro: questo vuol dire che chi la supera, di fatto, vedrà l’assegno ridotto o addirittura cancellato. I beneficiari possono verificare lo stato dei pagamenti accedendo al portale INPS con SPID, CIE o CNS, nella sezione Prestazioni e poi Pagamenti. Per il 2025, l’importo varia da 57,5 a 201 euro per figlio, con un adeguamento dello 0,8% legato all’inflazione.

La prestazione spetta dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni dei figli, senza limiti per quelli con disabilità. La riduzione delle soglie e l’aumento del controllo sull’ISEE segnano un cambiamento drastico nella politica sociale italiana, che passa da sostegno familiare a selezione economica. Un segnale che, in un periodo di tensione e sfiducia, rischia di allargare ancora di più il divario tra governo e cittadini.