Agenzia delle Entrate, da oggi devi dichiarare pure le offerte in Chiesa | Altrimenti parte la cartella esattoriale

Offerta (pexels) risorgimenonocerino.it
L’Agenzia delle Entrate effettua controlli a tappeto inaspettati. Adesso bisogna stare attenti anche per le offerte in chiesa.
Le offerte in chiesa dovrebbero essere un gesto spontaneo e carico di significato. Si tratta di piccole somme che i fedeli lasciano durante la messa o nelle cassette sparse per le navate, destinate a sostenere la comunità parrocchiale. Con quei contributi si dovrebbero finanziare attività di carità, manutenzioni degli edifici sacri e iniziative sociali rivolte ai più fragili.
Spesso dietro un euro o una banconota piegata c’è la volontà di partecipare, anche in minima parte, al sostegno di una realtà che va oltre il culto. A donare sono in genere i frequentatori abituali delle parrocchie, ma anche chi vi entra saltuariamente per accendere una candela o affidare un pensiero.
Non si tratta soltanto di anziani devoti, ma anche di famiglie, giovani o turisti che trovano in quel gesto una forma di appartenenza universale. Non c’è obbligo né registrazione: le offerte sono considerate libere e personali, non riconducibili a vincoli formali.
Dietro alle donazioni
Dietro a quelle monete si cela però un sistema che, nel tempo, ha permesso alle chiese di svolgere un ruolo concreto di sostegno sociale, mantenendo attivi oratori, mense e progetti culturali che difficilmente troverebbero altri finanziamenti.
Se ci spostiamo sul terreno fiscale, il concetto di donazione assume contorni ben più regolamentati. Quando si devolve denaro ad associazioni culturali, sportive o di volontariato riconosciuto, è possibile ottenere detrazioni o deduzioni. Lo stato incentiva questo tipo di liberalità, purché tracciate e documentate.
Offerte in chiesa da dichiarare
Ansa.it ha diffuso le informazioni. L’Agenzia delle Entrate non ha davvero imposto di dichiarare le offerte, ma è intervenuta in seguito a un episodio che ha destato scalpore. A Occhieppo Superiore, in provincia di Biella, un uomo di 70 anni residente a Novara è stato arrestato dai carabinieri dopo aver rubato le offerte della parrocchia di santo Stefano.
Nell’auto i militari hanno trovato il bottino: qualche centinaio di euro in banconote di piccolo taglio, insieme ad attrezzi usati per estrarre il denaro dalle cassette. Il sospetto ladro è stato posto ai domiciliari in attesa della convalida dell’arresto. L’episodio ha riportato alla ribalta la questione delle offerte e dei controlli. Se per il fisco l’interesse scatta solo in presenza di anomalie nei flussi di denaro, per la giustizia penale ogni furto in parrocchia diventa un atto grave, capace di minare la fiducia dei fedeli nella già tanto discussa istituzione ecclesiastica.