In Italia fanno la caprese più pericolosa del mondo: un boccone e finisci in terapia intensiva | Ecco cosa devi sapere

Caprese (pexels) risorgimentonocerino.it
Il cibo è il carburante dell’anima e del corpo, ma attenzione a cosa si ingerisce: ormai nessuno più è al sicuro.
Quando si parla di caprese in Italia, non sempre si intende la stessa cosa. Al sud, in particolare in Campania, la parola evoca subito il classico piatto fresco con mozzarella, pomodoro e basilico, simbolo della cucina mediterranea e dell’estate.
Spostandosi invece più a nord, la situazione cambia. Qui la caprese non è necessariamente il piatto salato, bensì una torta a base di mandorle o nocciole e cacao, priva di farina e tipica della tradizione napoletana dolciaria. Due identità gastronomiche diverse che però condividono lo stesso nome, creando spesso fraintendimenti.
Il tema linguistico legato alla caprese racconta molto delle differenze regionali e della varietà della cultura gastronomica italiana. Tuttavia, al di là delle sfumature terminologiche, c’è un filo comune che lega entrambe le versioni: la qualità delle materie prime utilizzate.
La qualità degli ingredienti
Negli ultimi anni i casi di intossicazioni alimentari sono aumentati, non solo nei locali pubblici ma anche nelle case, a causa di prodotti acquistati nei supermercati. Non si tratta soltanto di ristoranti poco attenti alla filiera, ma di un problema più ampio che coinvolge la produzione e la distribuzione degli alimenti.
Capita che un ingrediente apparentemente innocuo possa nascondere sostanze dannose, difficili da rilevare senza controlli accurati. Che si tratti di dolci preparati con frutta secca mal conservata o di latticini esposti a contaminazioni, il risultato può essere lo stesso: nausea, dolori forti e ricoveri d’urgenza. I medici non sanno più come fare.
La caprese più pericolosa
Uspms.it ha diffuso le informazioni. Nelle ultime ore il Ministero della Salute ha diffuso quattro comunicazioni ufficiali che riguardano la mozzarella destinata alla preparazione della pizza. Il lotto incriminato è prodotto dalla Latteria Soligo nello stabilimento di Soligo, in provincia di Treviso. Identificato dal numero 25080600, aveva come data di scadenza il 31 agosto 2025. La sospensione è stata disposta a causa di un rischio chimico legato a una possibile contaminazione del latte impiegato nella produzione.
Nello specifico, i prodotti coinvolti sono la mozzarella per pizza in confezioni da due chilogrammi, quella julienne in buste da un chilo e mezzo, filone cube da un chilo e mozzarella per pizza in filone sempre da un chilo. Tutti rientrano nello stesso lotto ed è stato chiesto ai rivenditori di ritirare immediatamente la merce dagli scaffali. L’allerta è stata resa nota anche attraverso il portale ufficiale del Ministero e diffusa dal sistema di sicurezza alimentare nazionale.