Al ristorante non scegliere mai questo piatto: il prezzo te lo dicono alla fine | “990 euro per colpa dell’IVA”

Al ristorante non scegliere mai questo piatto: il prezzo te lo dicono alla fine | “990 euro per colpa dell’IVA”

Ristorante (pexels) risorgimentonocerino.it

Il ristorante è un piacere, ma spesso diventa un lusso. Tuttavia, il confine tra lusso e truffa si sta assottigliando.

L’Italia è il paese in cui andare al ristorante non è solo un piacere, ma un vero rito sociale. La tavola è sempre stata luogo di incontro e di tradizione, ma anche di mode culinarie a volte discutibili. Negli anni Sessanta, ad esempio, si pensava che il cibo migliore non fosse quello fresco, bensì quello in scatola.

In casa e nei locali pubblici, aprire una lattina di tonno era considerato moderno, quasi sinonimo di benessere. Non meno curiose sono state alcune abitudini importate dall’estero. Nel libro Fast Food Nation, si racconta di ristoranti statunitensi che negli anni Sessanta offrivano ai clienti un piccolo fornetto da tavolo e un piatto pronto da riscaldare.

Era considerato un lusso, un gesto raffinato. Le tradizioni culinarie italiane, per quanto più radicate nel territorio e nella qualità dei prodotti, non sono rimaste immuni a queste trasformazioni. L’idea di mangiare fuori si è evoluta, adattandosi alle nuove esigenze del pubblico e alla globalizzazione del gusto.

I migliori ristoranti

Oggi, quando si pensa a un ristorante amato dagli italiani, vengono in mente pizzerie, trattorie e osterie di quartiere, locali dove il rapporto qualità-prezzo è parte integrante dell’esperienza. La pizza, in particolare, resta il piatto simbolo della convivialità, accessibile a tutti e capace di unire famiglie e comitive.

Negli ultimi anni, però, la scena si è arricchita anche di catene internazionali come KFC e simili, che hanno saputo conquistare una fetta importante di consumatori, soprattutto tra i giovani. Velocità, porzioni abbondanti e prezzi competitivi hanno reso queste realtà complementari alla tradizione italiana, anche se non prive di critiche.

Ristorante (pexels) risorgimentonocerino.it

990 euro per un piatto

Tuttavia, ci sono casi in cui andare al ristorante diventa un’esperienza memorabile non tanto per i piatti, quanto per il conto finale. Lo scorso luglio ha fatto discutere lo scontrino di un ristorante di Ponza. Un pranzo per quattro persone, composto da un antipasto, quattro primi e due bottiglie di vino è costato 923 euro complessivi, ovvero 225 euro a testa.

I clienti, sbigottiti, hanno protestato con il titolare, il quale, dal canto suo, ha difeso la legittimità del conto. A incidere sul totale sono stati i quattro primi di scialatielli all’aragosta, pagati 759 euro. Al resto hanno contribuito due bottiglie di vino da 60 euro ciascuna. L’aragosta a Ponza si paga 230 euro al chilo, e i crostacei serviti pesavano circa 825 grammi a testa. Lo staff avrebbe mostrato i pezzi vivi al tavolo con tanto di etichetta del peso. I quattro hanno pagato regolarmente il conto.