Il “mare killer” è italiano: basta un bagno per sviluppare metastasi | Se hai prenotato qui, disdici subito

Il “mare killer” è italiano: basta un bagno per sviluppare metastasi | Se hai prenotato qui, disdici subito

Spiaggia (canva) risorgimentonocerino.it

Il mare più pericoloso del mondo è proprio in Italia. Altro che patria della spiaggia, bisogna stare attenti subito.

L’estate è la stagione in cui tutto sembra più leggero. Le giornate si allungano, le città si svuotano, il pensiero corre dritto verso la spiaggia. Secondo i dati ISTAT, oltre il 60% degli italiani sceglie il mare come meta principale per le vacanze.

Il bagno nelle acque azzurre rappresenta da sempre un rito irrinunciabile, una pausa rigenerante che combina relax, divertimento e benessere. Non è solo una questione estetica: il mare è percepito come salutare, persino terapeutico. Ogni anno milioni di persone affollano le coste italiane, armate di asciugamani, ombrelloni e solari.

Il contatto con l’acqua salata, l’aria marina e il calore del sole sono considerati alleati per la salute del corpo e dello spirito. Tuttavia, accanto al desiderio di tintarella e tuffi, si nasconde una realtà meno nota e molto più pericolosa. Le acque che un tempo erano cristalline oggi, in alcuni tratti, raccontano un’altra storia.

Il rischio è in mare

Dietro il fascino dell’estate, si cela un rischio che pochi immaginano. Negli ultimi decenni, l’inquinamento ha aggredito anche il mare. Sversamenti industriali, scarichi non controllati, microplastiche, metalli pesanti: le spiagge italiane non sono sempre l’oasi di purezza che si immagina.

Alcuni tratti di costa risultano periodicamente balneabili a rischio, e le autorità sanitarie raccomandano di consultare i bollettini dell’ARPA prima di fare il bagno. I dati parlano chiaro: ogni estate, centinaia di tratti vengono temporaneamente chiusi per valori batterici oltre la norma.

Plastica (pexels) risorgimentonocerino.it

Il mare killer

Non è solo la qualità dell’acqua a rappresentare un pericolo. C’è un nemico invisibile e altrettanto subdolo: il sole. Non il sole in sé, ma la sua esposizione prolungata e incontrollata, che ogni estate miete vittime silenziose. Tra i tumori più diffusi legati a questa abitudine c’è il melanoma, una forma particolarmente aggressiva di cancro della pelle. Secondo l’AIRTUM, in Italia si registrano ogni anno oltre 14.000 nuovi casi. La maggior parte di essi potrebbe essere evitata con una semplice accortezza: la protezione solare.

Esporsi senza crema, nelle ore centrali della giornata o utilizzando prodotti scaduti, è un’abitudine pericolosa. La protezione va applicata più volte, anche nelle giornate nuvolose, perché i raggi UV penetrano lo stesso e danneggiano le cellule della pelle. Danni che, se trascurati, possono degenerare in metastasi. Si può quindi sviluppare un tumore senza nemmeno rendersene conto, convinti di godersi in sicurezza una giornata di mare.