“Barilla? Devo dargli 3 purtroppo” | Chef stellato stronca la pasta degli italiani: nei ristoranti non può circolare

Pasta Barilla (web) risorgimentonocerino.it
Lo chef che tutti amano ha bocciato rovinosamente la pasta Barilla, tra le più comprate dagli italiani. Scopri perché.
La pasta è l’emblema della cucina italiana, il simbolo di un’identità gastronomica che ci rappresenta nel mondo. Dagli spaghetti alle penne, dai fusilli ai paccheri, ogni formato è utile alla cottura di un tipo di ricetta. Inoltre, marchi come Barilla, De Cecco, Garofalo o Rummo sono entrati nelle cucine di milioni di famiglie.
Queste marche e, in generale, questo tipo di alimentazione, accompagna generazioni di italiani a pranzo e cena. Eppure, nonostante questo patrimonio culturale, la pasta è stata a lungo demonizzata. Negli anni Duemila, la dieta low carb ha spopolato ovunque, spingendo molte persone a credere che i carboidrati fossero il nemico numero uno della linea e della salute.
In realtà, la scienza ha chiarito che non è la pasta in sé a far male, bensì il suo abuso e il modo in cui viene abbinata. Una porzione equilibrata, inserita in una dieta varia e accompagnata da condimenti sani, è tutt’altro che dannosa. La pasta, in definitiva, non è il problema: è l’approccio che spesso è sbagliato.
L’importanza dei cereali
Oggi, nei carrelli della spesa, si trovano paste di ogni tipo: integrale, di grano duro, di grani antichi, al farro, al grano saraceno, senza glutine, di legumi. Non è solo marketing, ma una vera e propria rivoluzione alimentare. Ogni tipologia ha proprietà nutrizionali diverse e si rivolge a esigenze differenti.
L’integrale, per esempio, è più ricco di fibre; il grano saraceno è ideale per chi cerca un alimento gluten free naturale; le paste di legumi offrono più proteine vegetali. La chiave è la varietà: alternare cereali diversi è essenziale per una dieta sana e completa. Ma poi c’è la Barilla.

Barilla bocciata
Gustoblog.it ha diffuso la notizia. Lo chef stellato Omar Leccese, conosciuto per le sue recensioni schiette e senza filtri, ha assegnato un voto clamorosamente basso alla cremosità della pasta Barilla: un 3 su 10. Nonostante la fama del marchio, leader del mercato italiano e distribuito in tutto il mondo, la sua valutazione ha sollevato un’ondata di discussioni. Secondo Leccese, la pasta Barilla non soddisfa i criteri fondamentali per una cucina di qualità: tiene poco la cottura, non crea quella “cremina” naturale che esalta i sughi e presenta una consistenza poco adatta a preparazioni gastronomiche raffinate.
Dietro la sua critica si nasconde un ragionamento più profondo: la qualità tecnica di una pasta non va confusa con la percezione comune o il marketing. Contano il grano, la semola, la lavorazione e la formazione della maglia glutinica. Gli chef invitano a leggere le etichette, a informarsi, a scegliere consapevolmente.