Non bere questo caffè per nessun motivo: ha lo stesso effetto dell’acquaragia | Vita accorciata di 20 anni

Non bere questo caffè per nessun motivo: ha lo stesso effetto dell’acquaragia | Vita accorciata di 20 anni

Caffè (risorgimentonocerino.it)

Attenzione al caffè che bevete, potrebbe davvero costarvi cara la vita. La vita è più o meno importante di una tazza?

Il caffè è da secoli una bevanda simbolo dell’Occidente. Introdotto in Europa nel XVII secolo, ha rapidamente conquistato le abitudini quotidiane di milioni di persone, diventando un rituale sociale, un carburante per la produttività e un piacere irrinunciabile.

Dalla moka italiana al caffè espresso nei bar, passando per le capsule delle macchine moderne, il caffè si è evoluto mantenendo intatta la sua componente fondamentale: la caffeina. Questa sostanza stimolante è responsabile dell’effetto energizzante che tanti cercano al mattino o durante le pause di lavoro.

Nel tempo, sono nate vere e proprie scuole di pensiero legate alla preparazione della bevanda. C’è chi lo preferisce ristretto, chi lungo, chi con aggiunta di zucchero, chi amaro. I baristi si sono trasformati in artisti, capaci di creare miscele uniche e personalizzate. Tuttavia, il caffè è diventato un simbolo di identità, assumendo un valore quasi sacro.

I caffè nel mondo

Ma il caffè non è un patrimonio solo europeo. In Brasile, ad esempio, viene preparato con una tecnica diversa, spesso attraverso un filtro di stoffa chiamato “coador”, che restituisce un aroma più morbido e una bevanda più lunga. In Etiopia, terra d’origine del caffè, la cerimonia di preparazione può durare ore e coinvolge l’intera comunità.

In Medioriente, si consuma il caffè turco, denso e speziato, fatto bollire con zucchero e servito con il fondo non filtrato. Ogni cultura ha il suo modo di trattare questo chicco magico, valorizzandone gli aspetti aromatici, rituali e sociali.

Caffé (pexels) risorgimentonocerino.it

Caffè tossico

Tuttavia, nonostante la sua fama di alleato quotidiano, il caffè può diventare pericoloso in specifici casi. La caffeina, infatti, può interagire in modo negativo con alcuni farmaci, fino a provocare reazioni paragonabili a quelle di una sostanza tossica. Un esempio concreto è l’interferenza con la levotiroxina, farmaco comunemente usato per curare i disturbi alla tiroide. Il caffè riduce l’acidità dello stomaco necessaria all’assorbimento del principio attivo, e questo può abbattere l’efficacia del farmaco fino al 50%.

Anche altri medicinali possono diventare problematici. La clozapina, ad esempio, rischia di accumularsi nel sangue se combinata con la caffeina, esponendo il paziente a effetti collaterali anche gravi. Alcuni antibiotici come i fluorochinoloni, così come vari antidepressivi, possono invece rallentare il metabolismo della caffeina, amplificandone gli effetti fino a livelli rischiosi per la salute. In pratica, bere un semplice caffè durante una terapia può trasformarsi in un’azione potenzialmente pericolosa. La caffeina non è veleno, ma se mal gestita, può diventarlo.