“Mi dispiace, devi svuotare l’armadietto” | LICENZIATO se hai TATUAGGI: il Governo Meloni ha deciso

Giorgia Meloni (wiki commons) risorgimentonocerino.it
Incredibile ma vero: da adesso il corpo è tuo ma lo gestisce il governo Meloni al posto tuo. Se hai tatuaggi non puoi lavorare.
In Italia, i tatuaggi continuano a essere oggetto di giudizio, soprattutto in contesti lavorativi dominati da una mentalità ancora legata ai canoni della borghesia tradizionale. In ambienti professionali “rispettabili”, come banche, uffici pubblici o aziende storiche, la pelle decorata è spesso vista con sospetto.
Un braccio tatuato può trasformarsi in una barriera invisibile per colloqui, promozioni o assegnazioni di responsabilità. Il corpo, invece di essere un mezzo espressivo, resta ancora prigioniero di un’estetica rigida e conservatrice. Non è raro che a un colloquio venga chiesto di coprire i tatuaggi.
O che venga valutata la serietà di una persona anche in base alla presenza di inchiostro sulla pelle. Per quanto queste discriminazioni non siano mai scritte nero su bianco, incidono nei fatti, con una selezione silenziosa che privilegia chi ha un’apparenza più neutra.
L’arte o la disciplina?
In questo contesto, i tatuaggi sono ancora percepiti come segni di ribellione, di marginalità o di mancanza di disciplina. Un pregiudizio radicato, difficile da scardinare. Eppure, il tatuaggio ha ormai acquisito una sua dignità artistica e culturale in molte parti del mondo. Sono numerose le aziende che hanno abbracciato la diversità visiva dei propri dipendenti, vedendola come un valore aggiunto.
In settori come la moda, il design, la comunicazione o la ristorazione di alto livello, il tatuaggio non solo è accettato, ma in alcuni casi persino apprezzato. Anche in politica e nello sport, i corpi tatuati sono ormai la norma e non fanno più notizia. Almeno fino al governo Meloni.

Licenziamento da tatuaggio
In Italia esistano lavoratori pubblici che vengono invece esclusi proprio per via dei tatuaggi. La recente decisione del Tar Abruzzo lo conferma. Ilmessaggero.it ha diffuso le informazioni. Una donna di 35 anni è stata esclusa dalla graduatoria per diventare istruttrice di Polizia Locale a Lanciano per via di due piccoli tatuaggi sui piedi: una farfalla e un cuore con il nome del padre. Dopo aver superato tutte le prove previste, si è vista bloccare l’accesso dalla commissione medica della Polizia di Stato.
Il regolamento vieta infatti la presenza di tatuaggi agli appartenenti alle forze dell’ordine, senza specificare con chiarezza entità o posizione degli stessi. L’aspirante vigile ha deciso di non arrendersi e porterà la sua battaglia fino al Consiglio di stato. Due uomini esclusi dallo stesso concorso non hanno invece presentato ricorso. Ma l’eco mediatica suscitata dalla sua esclusione ha riacceso il dibattito su un tema che tocca identità, libertà personale e dignità lavorativa.