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Protezione sanitaria: un investimento necessario in un sistema pubblico sotto pressione

La crescente preoccupazione per la salute individuale e collettiva spinge molti a cercare soluzioni che assicurino assistenza tempestiva, personalizzata e continua. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), pur essendo universale, soffre da tempo di risorse limitate e di una domanda crescente, causando ritardi nelle prestazioni, disparità territoriali e liste d’attesa prolungate. Di conseguenza, un’assicurazione sanitaria privata non è solo una scelta saggia, ma una risposta concreta a necessità urgenti. Sebbene l’accesso alle cure sia teoricamente garantito a tutti dal SSN, l’inefficienza strutturale ne compromette spesso la realtà. Un recente rapporto Censis evidenzia tempi di attesa medi per visite specialistiche superiori ai 60 giorni e per esami diagnostici oltre i 90, rendendo l’opzione privata quasi obbligatoria in alcune regioni per ricevere cure nei tempi consigliati. Questo problema è ulteriormente aggravato dal “rinvio delle cure”, che colpisce in particolare le fasce a basso reddito, costrette a posticipare visite e interventi per motivi economici o logistici. Le polizze sanitarie private offrono quindi una tutela sempre più apprezzata. Le offerte sul mercato sono evolute, dalle polizze indennitarie a soluzioni complete a rimborso spese, coprendo l’intero percorso di cura: dalla diagnosi alla riabilitazione. Queste polizze, spesso personalizzabili, includono visite a domicilio, accesso a strutture convenzionate, cure odontoiatriche, medicina preventiva e supporto psicologico. Il costo di una copertura sanitaria completa varia a seconda di età, stato di salute, massimali, franchigie, coperture aggiuntive e numero di beneficiari. Una polizza individuale completa costa indicativamente tra 900 e 1500 euro annuali. Tuttavia, l’accesso immediato a cure di qualità e la riduzione dell’impatto economico di gravi eventi sanitari giustificano ampiamente tale spesa. La spesa sanitaria italiana resta significativamente inferiore a quella di altri Paesi europei comparabili. Con una media OCSE superiore al 10% del PIL, l’Italia si attesta sotto il 9%, presentando una spesa pubblica tra le più basse in Europa. Questo divario strutturale contribuisce alle difficoltà del SSN nel garantire servizi omogenei e aggiornati. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche richiedono un ripensamento del modello assistenziale. In questo contesto, le assicurazioni sanitarie non solo compensano le carenze del sistema pubblico, ma promuovono anche innovazione e prevenzione, spesso includendo check-up periodici, telemedicina e assistenza digitale, incentivando un approccio più consapevole e proattivo alla salute.

Redazione

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