Osservando un tratto di mura tra via Rea e via Dentice a Nocera Inferiore, si nota un deterioramento significativo di un vecchio muro in pietra, probabilmente in tufo, danneggiato da un imponente ficus. Crepe profonde e la crescita di erbacce testimoniano un degrado avanzato. Le radici dell’albero sembrano aver contribuito in modo significativo al cedimento della struttura, un esempio lampante della riconquista degli spazi naturali. Questo contrasto tra la lenta disgregazione del manufatto umano e la vigorosa crescita vegetale offre spunti di riflessione sull’equilibrio delicato tra ambiente e intervento antropico. Il muro, in parte crollato e sgretolato dalle radici dell’albero, presenta una situazione di degrado evidente: pietre spostate, mancanti o frantumate, rivelando una crescente instabilità strutturale. Foglie secche e rifiuti circondano il muro, suggerendo abbandono. L’immagine evoca un’intensa metafora: la forza della natura che erode le costruzioni umane, un monito sulla silenziosa potenza del tempo e sulla necessità di armonizzare la crescita naturale con gli interventi umani.
L’interazione tra radici e muro è evidente: la spinta orizzontale esercitata dal ficus, amplificata nel tempo, compromette la stabilità del muro, specie se la muratura è a secco o con malta deteriorata. Il materiale fragile e la probabile mancanza di continuità strutturale aggravano la vulnerabilità della costruzione. Un’eventuale inclinazione preesistente o cedimenti differenziali incrementano il rischio di crollo parziale o totale. Fattori esterni come il peso dei veicoli in transito, le precipitazioni e le vibrazioni del traffico accelerano il degrado.
Un’analisi preliminare suggerisce la necessità di un intervento professionale. Si consiglia un’ispezione da parte di un agronomo e di un ingegnere strutturista per una valutazione dettagliata. Questa dovrebbe includere un rilievo fotogrammetrico e plano-altimetrico, una verifica della verticalità del muro, prove penetrometriche o sondaggi per analizzare le fondamenta e la resistenza residua della muratura. Un’analisi di rischio semi-quantitativa, come il metodo del limite di equilibrio, potrebbe definire la gravità della situazione. In alternativa, una drastica potatura del ficus unita alla riparazione del muro potrebbe rivelarsi una soluzione efficace.
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