Scavi archeologici a Nocera: un viaggio millenario lungo il Casarzano

Scavi archeologici a Nocera: un viaggio millenario lungo il Casarzano

Il potenziamento del metanodotto Snam tra Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio, completato a novembre, ha portato alla luce un tesoro archeologico inestimabile, che abbraccia un arco temporale esteso dall’età del bronzo all’alto medioevo. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino ha documentato ritrovamenti di eccezionale importanza, a partire da impronte umane e animali fossilizzate dall’eruzione del Monte Somma, nota come “pomici di Avellino”, datata tra il 1800 e il 1600 a.C. Queste tracce di vita, risalenti all’età del bronzo (Cultura di Palma Campania), sono simili a quelle scoperte a Nola, nella località Croce del Papa. Ulteriori testimonianze dell’insediamento umano in epoca preistorica nella zona sono rappresentate da tre pugnali bronzei rinvenuti nell’Ottocento, provenienti da una sepoltura non ancora pienamente identificata. La vicinanza al torrente Casarzano, corso d’acqua ricco d’acqua e strategicamente situato (come dimostrano i quaranta tracciati stradali ritrovati), favorì la creazione di un villaggio con capanne absidali tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro (1200/1150 – 900 a.C.). Successivamente, con la concentrazione della popolazione all’interno delle mura di Nuceria a seguito dell’opera di Etruschi e locali, la zona pianeggiante si spopolò, ospitando solo un santuario extraurbano (III-II secolo a.C.). L’epoca romana è invece testimoniata da ben strutturate fattorie (ville rustiche), tombe (principalmente infantili) e da una piccola struttura sotterranea, probabilmente un “Martyrium”, ovvero un luogo di culto dedicato ai martiri. La presenza umana, come evidenziato dagli scavi, prosegue fino alla tarda antichità, con il ritrovamento di “longhouse”, tipiche abitazioni dell’alto medioevo. Francesco Belsito