Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista “Limes”, ha tenuto una conferenza magistrale intitolata “Il Deep State: Geopolitica e Intelligence” presso il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, guidato dal professor Mario Caligiuri. La lezione ha offerto un’analisi approfondita delle dinamiche geopolitiche globali, focalizzandosi sulle aree di crisi e definendo il concetto di “stato profondo”. Caracciolo ha iniziato esaminando il concetto di “transizione egemonica”, ovvero il passaggio da un’egemonia globale a un nuovo ordine mondiale. Ha illustrato come il declino dell’egemonia americana sia ineluttabile, evidenziando le tendenze demografiche dell’ONU, che proiettano l’emergere di nuove potenze, tra cui la Cina e l’Africa. Con dati demografici a supporto, ha sottolineato la crescente influenza asiatica (circa il 60% della popolazione mondiale) e la giovane popolazione africana (età media di 18 anni, rispetto ai 42 anni dell’Europa). Questo scenario ha poi portato all’identificazione di due principali tensioni geopolitiche: il conflitto in Ucraina, descritto come una “guerra russo-americana a bassa intensità”, e la sfida strategica sino-americana nell’Indo-Pacifico. Caracciolo ha evidenziato l’importanza del controllo delle rotte commerciali marittime, sottolineando la strategia cinese della “Nuova Via della Seta” e la sua implicazione per l’esclusione dell’Europa. Ha inoltre analizzato la crisi nello stretto di Bab el-Mandeb, evidenziando la dipendenza dell’Italia dalla libertà di navigazione attraverso gli stretti strategici (Gibilterra, Suez e Bab el-Mandeb). L’ascesa della Cina, secondo Caracciolo, rappresenta la sfida principale per gli Stati Uniti, non solo per l’eventuale annessione di Taiwan, ma anche per le ambizioni cinesi in Mongolia Interna, Xinjiang, Hong Kong e Tibet. L’analisi si è poi spostata sulle conseguenze della guerra in Ucraina, sia in caso di vittoria che di sconfitta per la Russia, considerando gli impatti demografici e le possibili frammentazioni territoriali. È stato tracciato anche un excursus storico-geopolitico sul conflitto israelo-palestinese, evidenziando come Israele, inizialmente vittima dell’attacco di Hamas, si sia trasformata in un attore che perpetua violenza contro il popolo palestinese, compromettendo la sua stessa ragione d’essere. Infine, Caracciolo ha approfondito il concetto di “stato profondo”, definendolo come il meccanismo che garantisce la continuità dello Stato, indipendentemente dal governo in carica. Ha spiegato come questo “stato profondo”, spesso inteso come oligarchia autonoma, conferma l’autonomia del potere rispetto al potente, anche in presenza di un regime dittatoriale. La mancata funzionalità di questo “stato profondo” porta a distorsioni istituzionali, crisi di credibilità e squilibri di potere, con la conclusione che, quando il potere legittimo viene percepito come corrotto o inefficace, “tutto diventa possibile”.
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