L’esistenza di Gesù: dubbi e contestazioni attraverso i secoli

Recenti analisi sulla natura divina di Gesù hanno sollevato interrogativi sulla sua unicità. Studi approfonditi, che includono le opere di Giustino Martire, evidenziano le analogie tra Gesù e figure mitologiche come Ermete, Asclepio, Dioniso, Eracle, i Dioscuri e Perseo, tutti nati da madri vergini. Anche San Paolo, nella Seconda lettera ai Corinzi (13,4), descrive Cristo come soggetto a fragilità umana, ma reso potente da Dio. Questa interpretazione, condivisa da numerosi studiosi, sia credenti che non, dipinge Gesù come un semidio scelto da Yahweh, investito di un ruolo di grande importanza ma comunque a lui sottomesso. La questione della natura, o addirittura dell’esistenza, di Gesù ha alimentato dubbi anche tra i pontefici. Pietro Melis, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 12 maggio 2010, analizza questa tematica. Bonifacio VIII (1235-1303), secondo il resoconto di Giovanni Villani nella Nova Cronica, espresse un giudizio sprezzante sulla figura di Cristo e sulla religione cristiana, giudicando il Vangelo ricco di menzogne e definendo assurdi dogmi come quello della verginità e della transustanziazione. Similmente, Papa Leone X (1513-1521) avrebbe confessato al cardinale Pietro Bembo la convenienza economica derivante dalla “favola di Cristo”. Papa Paolo III (1534-1549), secondo la testimonianza di Diego Hurtado de Mendoza y Pacheco, identificò Gesù con il dio Mitra, sostenendo l’inesistenza di prove storiche a supporto della sua esistenza. Anche Celso, filosofo greco noto per l’ostilità verso i cristiani, nell’opera “Alethès lógos” (La vera dottrina), citata ampiamente da Origene in “Contro Celso”, descrive Gesù come capo di una banda di briganti, i cui miracoli sarebbero frutto di magia e illusionismo. Queste diverse prospettive, documentate storicamente, sollevano interrogativi sulla figura di Gesù, invitando a una riflessione critica e approfondita. Cosa ne pensate?