Retrospettiva online di Giovanni Leto: un viaggio attraverso l’arte e il tempo

Retrospettiva online di Giovanni Leto: un viaggio attraverso l’arte e il tempo

Fino al 31 marzo, la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno ospita una mostra virtuale, “L’essenza nascosta delle cose”, dedicata all’opera di Giovanni Leto (1961-2023). Curata da Sandro Bongiani, l’esposizione presenta oltre settant’anni di produzione artistica, un percorso che spazia dalle installazioni tridimensionali degli esordi alle opere più recenti. Il visitatore è condotto attraverso un’evoluzione stilistica che inizia con le sperimentazioni materiche e formali del periodo iniziale, per poi approdare alla ricerca ossessiva dell’artista sull’uso dei materiali poveri, con particolare attenzione alla carta di giornale, trasformata in intrecci, cordoncini e strutture tridimensionali. Questi elementi, arrotolati e stratificati, evocano memorie latenti, storie silenti e presenze sospese, creando un linguaggio visivo denso di suggestioni. Come sottolinea Bongiani nel suo testo critico, l’arte di Leto è un “accurato evocare per tracce e intrecci di senso e materia”, una potente sintesi tra passato e presente che genera nuove e profonde emozioni, trascendendo la logica e abbracciando la trasformazione continua tra presenza e spazio, materialità e colore. A partire dal 1972, dopo una breve parentesi figurativa, lo stile di Leto si evolve verso una crescente astrazione, con l’uso di materiali di recupero riutilizzati e ricontestualizzati attraverso la pittura. Già negli anni ’80 si avverte una nuova concezione spaziale, che culmina negli anni ’90 in una profonda riflessione esistenziale sulla memoria e sulla realtà. Questo percorso culmina in opere come l’installazione “Corpus temporis” (2019) e le composizioni minimaliste del 2020, che esplorano lo spazio vuoto della tela con pochi, essenziali elementi di carta arrotolata. L’allestimento virtuale, accessibile su Archivio Ophen Virtual Art, presenta un percorso espositivo inverso, che parte dall’ultima opera tridimensionale, “Tappeti” (2023), per poi ripercorrere a ritroso le tappe fondamentali della carriera dell’artista fino all’opera iniziale “Altofonte” (1961), offrendo un’esperienza immersiva e coinvolgente.