Categories: Cultura & Spettacolo

Susy Manzo: Carta, Fragilità e Ricomposizione Emotiva alla Galleria Barbato

La Galleria Barbato di Scafati ospita, a partire dal 24 gennaio 2024, alle ore 19:00, la mostra personale di Susy Manzo intitolata “Frammenti di carta e fragilità ricomposte”. Questo evento, che segna il debutto del nuovo anno per la galleria, rappresenta un rinnovamento necessario, come sottolinea Marisa Nastro, curatrice della mostra, per affrontare le sfide contemporanee. L’arte, infatti, viene presentata come un baluardo di condivisione e passione, un antidoto essenziale ai cambiamenti epocali. La mostra non si limita a presentare opere, ma si propone come un’esplorazione profonda dell’interiorità femminile, un viaggio attraverso la scomposizione e la successiva ricomposizione emotiva.

Attraverso la tecnica del paper-cutting e dettagli monocromatici carichi di simbolismo, l’artista indaga l’essenza dell’essere umano. Questo linguaggio artistico innovativo ha colpito profondamente Franco e Marisa Barbato, spingendoli a presentare Manzo al pubblico della loro galleria. Essi descrivono l’esperienza come un’immersione nell’inconscio, un’esplorazione degli strati più profondi della mente e dell’anima.

La mostra, che vedrà la partecipazione dell’artista milanese, offre una prospettiva intima e comunicativa. Le opere di Manzo ritraggono donne forti e al contempo fragili. L’artista stessa spiega questa dualità: “Le mie opere rappresentano figure femminili in luoghi al di fuori del tempo e dello spazio. Alla loro delicatezza contrappongo dettagli spesso intensi ed espliciti”. L’ispirazione proviene dalla quotidianità, dall’osservazione della vita, dalle relazioni e dalle paure, con una particolare attenzione per la tutela dell’infanzia e delle donne, e per le tematiche del disagio e della diversità.

La scelta della carta come medium principale è centrale nella comprensione dell’opera. Secondo Eleonora Manganelli, art curator, l’apparente semplicità della carta diventa il punto focale di un’espressione artistica che mira a una sacralità essenziale. Manzo utilizza questo materiale semplice e fragile per plasmare la propria ricerca espressiva, abbandonando i materiali tradizionali per un elemento spartano, leggero ed effimero, capace di tracciare una storia interiore profonda, fatta di vissuti, emozioni e del connubio tra uomo e natura. Manganelli descrive l’opera come un “scrigno di bellezza”, un messaggio potente rivolto alle donne, un’immagine di petali e farfalle in volo, alla ricerca di un posto eterno nel tempo e nello spazio.

Redazione

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