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La controversa figura di Simone Pietro: zelotismo, violenza e il mistero della morte di Anania e Safira

I Vangeli ritraggono Simon Pietro, divenuto San Pietro per i cristiani e primo papa secondo la tradizione, come la “roccia” su cui Gesù edificò la sua chiesa (Matteo 16,18). Tuttavia, la sua figura è complessa, contraddistinta da episodi controversi. Tradito Gesù tre volte prima della sua cattura (Marco 14, 66-72), in seguito sferrò un colpo di spada a Malco, una guardia del tempio (Giovanni 18, 10), durante il tumultuoso arresto del Maestro. Il Vangelo di Luca lo definisce zelota, affiliato a un gruppo politico-religioso ebraico considerato dai Romani come una organizzazione terroristica per la sua veemente opposizione al dominio romano e per la sua rigida osservanza delle leggi ebraiche. L’appellativo “figlio di Giona”, traduzione del termine aramaico “barjona”, è stato oggetto di interpretazioni diverse; alcuni studiosi, come Giancarlo Tranfo nel suo “La croce di spine” (2008), sostengono che “barjona” significhi “latitante”, smentendo la traduzione letterale. Il nome “Cefas”, che significa “roccia” e tradotto in latino come “Petrus”, potrebbe riferirsi alla sua corporatura robusta. La presenza di Pietro a Roma, inoltre, manca di solide conferme storiche. Paolo, negli incontri con gli apostoli a Gerusalemme (Atti degli Apostoli) e con gli ebrei romani, non menziona mai Pietro, né ne riferisce la morte. Un episodio particolarmente discusso riguarda Anania e Safira (Atti 5), i quali, dopo aver venduto un campo, trattennero parte del ricavato, in contrasto con le indicazioni di Gesù di condividere i propri beni con i bisognosi. Pietro, evidentemente informato della loro disonestà, li rimproverò aspramente, e entrambi morirono improvvisamente. Le circostanze della loro morte rimangono ambigue. Secondo Girolamo, nella sua epistola 109, Pietro agì con “severitas necantis”, uccidendoli. Porfirio, in “Macario, Apocritico”, III, 21, conferma questa interpretazione. Papa Francesco, nel 2018, in un incontro con i seminaristi lombardi, commentando gli scandali nella Chiesa, usò l’episodio di Anania e Safira come esempio di “scandalo” risolto da Pietro in modo drastico, affermando che “ha tagliato la testa” ad entrambi. In conclusione, la figura di Pietro, fondamento della Chiesa cristiana, presenta aspetti controversi, che includono la sua appartenenza a un movimento considerato terroristico e la sua presunta responsabilità nella morte di Anania e Safira, suggerendo una leadership caratterizzata da metodi di governo decisi e spietati.

Redazione

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