Fine del Reddito di Cittadinanza: Meloni avvia la transizione all’Assegno di Inclusione

Il governo Meloni ha dato inizio alla graduale eliminazione del Reddito di Cittadinanza, misura simbolo del Movimento Cinque Stelle, a favore di un nuovo sistema di supporto. A partire dal 1° agosto, circa 169.000 percettori tra i 18 e i 59 anni, senza familiari a carico (minori, disabili o over 65), hanno visto sospeso il sussidio, ritenuti dal governo potenzialmente occupabili. Questa riforma, annunciata fin dall’insediamento dell’esecutivo, interessa 895.000 nuclei familiari, per un totale di quasi 2 milioni di persone che beneficiavano del reddito introdotto nel 2019. Dal 1° gennaio 2024, il Reddito di Cittadinanza sarà definitivamente abolito. I cittadini interessati dalla sospensione possono partecipare ad un programma di formazione e supporto al lavoro, a partire da settembre, con un rimborso spese mensile di 350 euro per 12 mesi (non rinnovabile). I nuclei familiari in condizioni di maggiore vulnerabilità continueranno a ricevere il sussidio fino alla fine dell’anno, dopodiché accederanno all’Assegno di Inclusione. Per ottenere quest’ultimo, è necessario dimostrare una residenza in Italia da almeno cinque anni, un ISEE massimo di 9.360 euro, un reddito familiare al di sotto di una certa soglia (es. meno di 6.000 euro per i single) e un patrimonio mobiliare limitato (es. meno di 6.000 euro sul conto corrente e immobili di proprietà entro certi limiti, esclusa l’abitazione principale). Le proteste sorte in seguito all’abolizione, con manifestazioni in diverse città, stanno spingendo il governo a valutare modifiche, come l’anticipazione del supporto alla formazione a seguito della sottoscrizione di un patto di servizio personalizzato presso i centri per l’impiego, l’iscrizione a tre agenzie per il lavoro e ad un corso di formazione. Tuttavia, queste misure sono ancora oggetto di discussione.