Un’azienda sanitaria privata della provincia di Caserta, che gestiva un centro diabete convenzionato con l’ASL Caserta fino al 2021, è stata oggetto di un sequestro conservativo di beni immobili e disponibilità finanziarie per circa due milioni di euro. Il provvedimento, disposto dal Presidente della Sezione giurisdizionale regionale della Corte dei conti di Napoli su richiesta della Procura regionale della Corte dei conti per la Campania, segue un’indagine della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caserta. L’inchiesta ha portato all’emissione di un atto di invito a dedurre (art. 67 Codice di giustizia contabile) nei confronti dell’impresa sanitaria e di altri dieci individui, tra cui il direttore sanitario del centro e alcuni dirigenti dell’ASL Caserta. Le contestazioni, basate sulle risultanze investigative del Nucleo di polizia economico finanziaria di Caserta, riguardano presunte irregolarità nelle procedure di rendicontazione, controllo e pagamento delle prestazioni erogate. In particolare, si ipotizza che il volume di prestazioni fatturate abbia superato di gran lunga la Capacità Operativa Massima (COM) autorizzata dall’ASL, determinando un danno erariale per l’azienda sanitaria pubblica. Questo danno, quantificato nell’importo del sequestro, è riconducibile al pagamento di corrispettivi indebiti per prestazioni diabetologiche erogate tra il 2017 e il 2020. Sono in corso analoghe verifiche su altre strutture sanitarie del settore.
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