Traffico internazionale di stupefacenti: sgominata rete criminale con legami siriani

Nel porto di Salerno, le Fiamme Gialle hanno smantellato un’organizzazione internazionale dedita al traffico di droga. L’operazione ha portato all’emissione di un mandato di arresto per Taher Al Kayali, cittadino siriano latitante, accusato di traffico internazionale di stupefacenti. L’accusa si basa sul sequestro, nel giugno 2020, di oltre diciassette tonnellate di captagon e hashish nascoste in container provenienti dalla Siria e diretti in Arabia Saudita e Libia. Le indagini, successive al sequestro, hanno coinvolto Alberto Eros Amato, un siciliano residente in Svizzera, e Giuliantonio Apicella, spedizioniere doganale salernitano, entrambi accusati di intermediazione logistica. Amato è stato condannato a dieci anni di reclusione in appello, mentre il processo di Apicella è ancora in corso. L’inchiesta si è poi concentrata su Al Kayali, individuato come il mandante. L’analisi di conversazioni telefoniche tra Al Kayali e Amato ha rivelato istruzioni dettagliate su come mascherare l’origine siriana della merce, tramite il metodo del “tramacco”, ossia il trasferimento della droga in nuovi container con documenti di trasporto falsi, emessi da aziende complici. Questa strategia mirava ad eludere i controlli doganali, dato che la provenienza da Latakia, porto siriano inserito nella lista nera delle dogane, avrebbe innescato ispezioni più accurate. La collaborazione con le autorità tedesche, impegnate in un’indagine analoga su traffici di anfetamine dalla Siria, ha rafforzato le prove a carico di Al Kayali. Un testimone interrogato ad Essen ha confermato il ruolo di Al Kayali all’interno di una vasta rete criminale siriana, ben radicata nel porto di Latakia, con complicità di funzionari doganali e legami con esponenti influenti del regime. Le testimonianze hanno inoltre svelato l’enorme profitto generato da questo traffico illegale.