L’Unico Dio della Bibbia? Un’Affermazione da Rivedere

Yahweh, l’unico Dio dell’Antico Testamento? Un’analisi approfondita del testo sacro svela una realtà più complessa. Numerose citazioni bibliche menzionano figure divine con ruoli simili, se non superiori, a quello di Yahweh. Camos, Milcom, Astarte, Rimmon: questi sono solo alcuni esempi di divinità citate nel testo, suggerendo un pantheon più ampio di quanto comunemente creduto. La stessa ambiguità linguistica contribuisce a questa interpretazione. L’utilizzo del termine ebraico “Elohìm”, spesso tradotto come “Dio”, presenta una forma plurale che alimenta il dibattito sulla sua reale interpretazione e sulla natura monoteistica, o meno, della fede ebraica antica. Un’attenta osservazione della Genesi, capitolo 3, versetto 22, rivela un passaggio particolarmente significativo: “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi…”. Questa frase, con il suo implicito “noi”, solleva interrogativi sulla natura unitaria della divinità. Similmente, il racconto della Genesi al capitolo 6, descrive i “figli di Elohìm” che prendono moglie tra le figlie degli uomini, generando i giganti. L’identità di questi “figli di Dio” e il loro numero rimangono oscuri, ma la narrazione suggerisce una pluralità di esseri divini. Inoltre, studi archeologici e testi ugaritici, accadici e ittiti rivelano l’esistenza di Anat-Yahu, moglie di Yahweh e venerata come Astarte o Asherah, nella colonia ebraica di Elefantina e in altri siti. L’osservazione dei Domenicani dell’École biblique di Gerusalemme sul Deuteronomio, che afferma che l’idea di un Dio unico si affermò solo più tardi nella storia ebraica, dopo l’esilio babilonese, rafforza ulteriormente questa ipotesi. Pertanto, l’affermazione di un unico Dio nella Bibbia richiede una più approfondita analisi del testo e del suo contesto storico e culturale.