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Antichi Testi Indiani e le Figure Bibliche: Un’Affascinante Parallela?

La vasta letteratura sanscrita, ancora in gran parte inesplorata (solo circa il 5% è stato tradotto), rivela dettagli sorprendenti su tecnologie avanzate e presunti contatti extraterrestri, argomenti oggetto di studio in diverse università. Ma le rivelazioni non si fermano qui. Testi come il Mahābhārata, il Padma Purana, il Samarangana Sutradhara e il Vimanika Shastra, tra gli altri, descrivono esseri superiori provenienti da mondi lontani, viaggiando a bordo di “vimāna”, descritte come astronavi. Questi testi dettagliano, con precisione sconcertante, le tecnologie avanzate di questi esseri, includendo dispositivi simili a schermi televisivi, radar e pannelli solari; tecnologie, in parte, ricostruite da studiosi indiani. Si specifica inoltre la loro origine, situata nella costellazione di Orione – la stessa costellazione le cui stelle sembrano essere rappresentate dalla disposizione delle tre piramidi egizie – e più precisamente, intorno alla stella Betelgeuse. L’importanza attribuita a Orione nelle mitologie antiche di tutto il mondo – tutte concordi nel descrivere contatti con “figli delle stelle” provenienti da quella zona celeste – suggerisce una possibile connessione universale, piuttosto che una serie di coincidenze. Il Bhavishya Purana, in particolare, presenta personaggi che mostrano una sorprendente somiglianza con figure bibliche. Il testo narra di come Narayana (divinità assimilabile a Vishnu) predisse l’avvento di un uomo chiamato Ādama e una donna chiamata Havyavati, entrambi “Mleccha” (stranieri) originari di terre lontane, creati da una divinità. La loro discendenza avrebbe accelerato la venuta del Kali Yuga, un’era di conflitti e decadenza spirituale. Il testo prosegue descrivendo come Vishnu consigliò a un re “straniero”, Nyuhdi, di costruire un’enorme imbarcazione (un’arca di Noè?) per salvare i fedeli. Un’altra storia racconta di A-Brahma e Saraswati. A Brahma, una divinità induista, disilluso dalla religione tradizionale e rinnegando la divinità suprema dell’Induismo, diventa A-Brahma (con il prefisso negativo “a-” delle lingue indoeuropee). Con sua moglie, Saraswati (il cui nome ricorda gli Swati, una tribù pashtun del Pakistan), e i loro seguaci, viene esiliato e, secondo il Bhavishya Purana, mandato nella terra dei due fiumi, identificabili con il Tigri e l’Eufrate. L’affinità tra queste figure e le storie bibliche di Adamo ed Eva e Abramo e Sara è innegabile, sollevando domande affascinanti che meritano ulteriori approfondimenti.

Redazione

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