Un’ampia operazione congiunta di Guardia di Finanza e Polizia di Stato ha portato allo sgomento di una vasta organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, con base in provincia di Napoli. L’indagine, condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per 28 individui, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e riciclaggio. Al vertice del gruppo figurava il noto narcotrafficante Raffaele Imperiale, che, tramite accordi con importanti cartelli sudamericani e organizzazioni criminali europee – tra cui i Clan del Golfo colombiani, gruppi olandesi di origine marocchina e organizzazioni irlandesi – importava ingenti quantità di cocaina dal Sud America. La droga, occulta all’interno di container, raggiungeva i porti europei, principalmente Rotterdam e Anversa, per poi essere trasportata su gomma, tramite autotrasportatori corrotti, in depositi situati in diverse regioni italiane (Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio). Imperiale, già condannato in precedenza e latitante a Dubai, si era affermato come un broker internazionale di primaria importanza, con Bruno Carbone, altro broker napoletano, come suo braccio destro. L’organizzazione, con ramificazioni in Europa, Africa e Sud America, godeva del supporto di clan camorristici e cosche mafiose calabresi, che fornivano assistenza logistica, in particolare presso lo scalo di Gioia Tauro. Un’operazione precedente, a marzo 2021, aveva già portato all’arresto di alcuni membri della rete e al sequestro di ingenti quantità di droga e denaro. Le indagini, avvalendosi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, videoriprese, perquisizioni e sequestri, hanno rivelato l’utilizzo di sistemi di comunicazione crittografati come EncroChat e Sky-Ecc, e hanno sfruttato la collaborazione internazionale con Europol, e le autorità giudiziarie francese ed olandese. Tra marzo 2020 e marzo 2021, si stima che l’organizzazione abbia gestito oltre 7 tonnellate di cocaina, di cui 1,3 tonnellate sequestrate in Italia e all’estero. L’organizzazione riciclava i proventi illeciti attraverso trasferimenti internazionali, con l’ausilio di sistemi di pagamento alternativi (Hawala) e investimenti in attività speculative, come la compravendita di oro. Il provvedimento cautelare è soggetto a impugnazione, e gli indagati si considerano innocenti fino a sentenza definitiva.
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