L’indignazione di una madre: giustizia negata per la morte di Dario Ferrara

Sette anni dopo la tragica scomparsa del ventunenne Dario Ferrara, ucciso il 28 aprile 2015 a Nocera Inferiore, la sua famiglia continua a lottare per ottenere giustizia. Francesco Paolo Ferraro, responsabile dell’omicidio commesso con un casco, è stato inizialmente condannato a 18 anni di reclusione, pena poi ridotta a 15 dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli. Tuttavia, l’assassino non ha mai trascorso un solo giorno in prigione. “A lui la libertà, a noi l’ergastolo,” esclama con amarezza Annamaria, la madre di Dario, descrivendo la profonda ingiustizia subita. “Abbiamo perso tutto; mio figlio aveva una vita intera davanti, sogni e progetti infranti dalla violenza di un individuo che dovrebbe essere dietro le sbarre.” L’assenza di qualsiasi segno di rimorso, di scuse o di contatto da parte di Ferraro e della sua famiglia, accentua il dolore della madre, nonostante in passato avesse aiutato la famiglia dell’omicida, legata al figlio da un’amicizia. “Lui ha perso tutto,” prosegue Annamaria, “persino il suo nome, sarà per sempre ricordato come l’assassino di Dario.” Un ulteriore ricorso in Cassazione, presentato dagli avvocati di Ferraro, spera di ottenere un’ulteriore riduzione della pena. Annamaria lancia un appello alla Presidente del Consiglio Meloni, chiedendo un intervento per accelerare l’iter giudiziario e garantire che la giustizia venga applicata con maggiore efficacia. “Ci sono troppi innocenti in carcere e troppe famiglie come la nostra che attendono giustizia,” conclude, “ma noi crediamo ancora nella giustizia e speriamo nella sentenza definitiva che consegnerà in carcere colui che ci ha privato per sempre dell’amore e della gioia di nostro figlio.”