Addio a Mikhail Gorbaciov: scompare a 91 anni l’ultimo leader sovietico

Il mondo piange la scomparsa di Mikhail Gorbaciov, l’ultimo leader dell’Unione Sovietica, deceduto ieri all’età di 91 anni dopo una lunga malattia. Nato nel 1931 in un villaggio rurale della regione di Stavropol, da umili origini contadine, Gorbaciov ha segnato indelebilmente la storia mondiale. La sua politica di “perestrojka” (ristrutturazione), ha profondamente trasformato il panorama geopolitico, portando alla dissoluzione dell’URSS nel 1991 e alla fine della Guerra Fredda. Questo leader carismatico ha intrattenuto relazioni significative con i leader occidentali, tra cui incontri memorabili con Ronald Reagan nel 1986, a seguito del disastro di Chernobyl, per discutere della denuclearizzazione europea, e con Margaret Thatcher nel 1984. Nel 1989, anno simbolo della caduta del Muro di Berlino, ha incontrato Papa Giovanni Paolo II, un evento senza precedenti nella storia delle relazioni tra la Santa Sede e l’Unione Sovietica. Nel 1990, il suo impegno per la pace gli è valso il Premio Nobel per la Pace. La notizia della sua morte ha suscitato messaggi di cordoglio da parte di numerosi capi di stato e di governo occidentali, tra cui Boris Johnson, Emmanuel Macron e Joe Biden. Le reazioni dalla Russia sono state invece più contenute, con una copertura mediatica scarsa e commenti ufficiali tiepidi, a testimonianza di un’eredità tuttora controversa nel suo paese d’origine, dove viene visto da alcuni come un nemico degli ideali sovietici e persino come corresponsabile della situazione attuale in Ucraina, secondo dichiarazioni di esponenti politici russi come Medvedev. Gorbaciov riposerà nel cimitero di Novodevichy a Mosca, accanto alla moglie Raisa, sua compagna di vita dal 1955 e scomparsa nel 1999.