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Montalbino: Un Santuario di Nocera Inferiore tra Leggende e Storia

Il Santuario di Santa Maria dei Miracoli a Montalbino, cuore pulsante di Nocera Inferiore, sorge sulle vestigia di un antico convento, intrecciando la sua storia con quella della vicina chiesa di San Bartolomeo. La facciata, ora splendidamente illuminata, cela secoli di devozione, iniziati con la venerazione delle acque sorgive dei “pigni”, poste sotto la protezione della Madonna della Matrognana. Si narra che Giambattista Castaldo, forse per espiare un voto o per sfuggire a nemici, forse ispirato dal fratello Giovan Matteo (futuro vescovo di Pozzuoli), fondò un convento affidandolo all’ordine olivetano. Un disastro naturale, una frana, costrinse poi i monaci ad abbandonare il sito, trasformando le rovine in un santuario. Questa vicenda è profondamente intrecciata con le antiche tradizioni della Settimana Santa nocerina.

Per svelare i misteri del santuario, dobbiamo abbandonare la collina e recarci a Piedimonte, varcando il portico della chiesa di San Bartolomeo e raggiungendo l’altare. Sulla sinistra, sopra l’organo, una piccola teca custodisce l’antica icona della Madonna della Matrognana, protettrice, forse già dal XII secolo, delle tre fonti (Bocca di mare, Musceo e Fontanelle) presso la Cappella dei Pigni. Luogo di ristoro per gli animali dei contadini nocerini diretti in Costiera, la sua attuale collocazione, lontana dal sito originario, solleva interrogativi.

Intorno al 1493 (sebbene alcune fonti indichino Cava dei Tirreni come luogo di nascita, ma questa è un’altra questione), nacque Giambattista Castaldo, valoroso condottiero al servizio di Carlo V d’Asburgo. Nel 1530, il nobile decise di erigere un convento, trasformando la Cappella dei Pigni in seguito ad un voto (la leggenda narra di una promessa alla Madonna che lo aveva protetto da pericoli). Il primo abate del “monasterio”, così definito da Giorgio Vasari, fu Cipriano Castaldo, nipote del fondatore. Giambattista arricchì il complesso con numerose opere d’arte, tra cui un dipinto di Raffaello e lavori di Marco Pino da Siena. Alla sua morte a Milano nel 1563, volle che le sue spoglie, e un busto commemorativo scolpito dal celebre Leone Leoni, fossero traslate a Nocera.

Nel primo Settecento, una serie di frane costrinsero i monaci a trasferirsi nella pianura di Piedimonte, utilizzando l’attuale chiesa di San Bartolomeo (rinominata Santa Maria dei Miracoli) e costruendo un grande convento, oggi sede di uffici dell’ASL. Molte opere d’arte, sia pittoriche che scultoree, furono trasferite nel nuovo complesso.

Nell’Ottocento, il culto per la Madonna della Matrognana, ribattezzata Madonna dei Miracoli, si riaccese, tramandandosi fino ai giorni nostri, particolarmente intenso durante l’ottava di Pasqua, con riti legati alla Pasquetta e alla benedizione degli animali da soma, un’eco dell’antica funzione del luogo sacro.

Redazione

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