Intelligente, colta e di raffinata eleganza, Margherita di Savoia, regina d’Italia dal 1878, incarnò un’immagine di carismatica leader, precorrendo il concetto moderno di influencer. La sua figura, sapientemente utilizzata dalla Casa Savoia per consolidare l’immagine di una monarchia ancora giovane, riscosse un enorme successo popolare. Nata a Torino nel 1851, figlia primogenita del duca di Genova, sposò il cugino Umberto nel 1868, nonostante la preesistente relazione del consorte con la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini. Con dignità e imperturbabilità regale, Margherita rimase al fianco del marito, anche dopo la sua morte violenta, permettendo persino all’amante di vegliare la salma. Non solo una figura di rappresentanza, la regina si distinse per la sua personalità poliedrica e il suo impegno nella vita pubblica. La sua influenza permeò diversi ambiti: dal mondo della moda e delle arti, ai gusti della corte e persino alla cucina, dando origine al cosiddetto “margheritismo”. Il poeta Giosuè Carducci, repubblicano convinto, ne celebrò la figura con un’ode. Appassionata viaggiatrice, collezionista di auto d’epoca e abile alpinista (il rifugio “Capanna Margherita” sulle Alpi, il più alto d’Europa, le è dedicato), Margherita esplorò l’Italia, conquistandosi l’affetto popolare. Il panforte senese, le saline di Barletta, e la celebre “pizza Margherita” sono solo alcuni esempi del suo impatto duraturo sulla cultura italiana. La sua celebre frase, “mi occorre un mese di libertà, poi per gli altri undici faccio quel che vogliono gli altri,” riassume la sua personalità complessa e indipendente. Celebre per la sua collezione di perle, soprattutto per la lunghissima collana, oggetto di pettegolezzi di corte, Margherita si impegnò a fondo nel ruolo di prima dama, conquistando aristocratici e popolo. Prima di ogni viaggio ufficiale, si informava sulle usanze locali, vestendosi come le donne del popolo, creando un legame profondo con la sua gente. Appassionata di abiti lussuosi e gioielli, perfezionò lo stile e il gusto della gioielleria della corona. Alla sua morte, nel 1926, fu profondamente pianto da tutto il paese, con gli abitanti di Bordighera, che la ricordano con i fiori della Riviera ligure, a testimonianza del suo amato lascito.
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