La proposta di legge nota come “Ius Scholae”, volta a concedere la cittadinanza italiana a minori stranieri, è finalmente giunta alla fase di discussione parlamentare, calendarizzata per il 24 giugno. Questa decisione, frutto anche della forte mobilitazione di studenti e associazioni in tutto il paese, rappresenta un significativo passo avanti. Il provvedimento, un esempio di progresso civile nel panorama politico italiano, permetterà ai minori stranieri nati in Italia o giunti nel Paese entro i 12 anni di ottenere la cittadinanza italiana, a condizione che abbiano risieduto legalmente e ininterrottamente in Italia e abbiano frequentato regolarmente il sistema scolastico per almeno cinque anni. La legge, evoluzione di precedenti tentativi falliti come quello dello “Ius Soli” del 2017, sembra godere di un più ampio consenso in Parlamento, riprendendone alcuni aspetti chiave. Come ha efficacemente sottolineato la Sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia durante il Wired Next Fest di Firenze, la scuola è il luogo ideale per la formazione civica, e l’approvazione dello “Ius Scholae” è un’occasione imperdibile per integrare le nuove generazioni. L’ottenimento della cittadinanza è fondamentale per accedere a numerosi diritti, tra cui agevolazioni fiscali, certificazioni di disabilità e l’assistenza sanitaria, spesso negati a chi ne è sprovvisto. L’esperienza di studenti come Deepika, impossibilitata a partecipare al programma Erasmus per mancanza di cittadinanza, evidenzia le concrete difficoltà che molti ragazzi stranieri affrontano quotidianamente. Sono circa 880.000 i giovani coinvolti, che frequentano le scuole italiane ma subiscono un livello di bullismo e discriminazione significativamente più alto rispetto ai loro coetanei italiani, spesso percepiti come cittadini di “seconda categoria”. Secondo un recente studio della Fondazione Openpolis, gli studenti stranieri sono infatti più esposti a fenomeni di bullismo e cyberbullismo, problema aggravato dalla diffusione di informazioni false e discriminatorie. L’approvazione dello “Ius Scholae” rappresenterebbe un’importante innovazione per l’Italia, proiettandola verso una maggiore inclusione sociale e in linea con le politiche europee più avanzate.
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