Fabio Manzi: Il kickboxer di Nocera Superiore che conquista il ring

Il venticinquenne Fabio Manzi, atleta di Nocera Superiore, sta brillando nel mondo del kickboxing. Con un record di quattro vittorie e un pareggio in cinque incontri, Manzi è una promessa in ascesa, sfidando la definizione spesso ingiusta di “sport minore” attribuita a discipline meno mediatiche. Oltre alla sua dedizione al kickboxing, con allenamenti giornalieri di almeno due ore, Manzi esercita la professione di fisioterapista. La sua ultima vittoria, disputata ad aprile nell’evento Oktagon, è disponibile su DAZN. Il prossimo incontro è previsto per il 25 giugno a Catania, nel contesto del Kumitevent, contro Luigi Vecchio, e sarà trasmesso dalla Gazzetta dello Sport.

La sua passione per il kickboxing è nata in modo inaspettato. A dodici anni, un primo approccio breve e inconcludente. Nel 2011, grazie all’apertura di una palestra vicina a casa sua gestita dal suo attuale allenatore, Massimiliano Barone, ha ripreso a praticare, inizialmente per puro svago e per rafforzare il suo carattere. Un episodio d’infanzia, in cui difese un amico subendo lui stesso le conseguenze fisiche, lo fece capire la necessità di imparare a difendersi in modo efficace.

Dopo sei mesi di allenamento, la prima sfida. A quindici anni, a Roma, affrontò un avversario più esperto, subendo la prima sconfitta. Un’esperienza che, nonostante la delusione, lo ha reso più consapevole della disciplina. Il suo maestro elogiò la sua determinazione, evidenziando la differenza tra l’allenamento e il confronto sul ring.

La sconfitta fu un punto di svolta. Manzi iniziò una serie di vittorie nella sua zona, cambiando il suo approccio all’allenamento. La sua seconda vittoria gli regalò un’emozione indescrivibile, confermando la sua vocazione per questo sport.

L’impegno nel kickboxing, sport certamente faticoso, non è sempre stato accolto con entusiasmo dalla sua famiglia. La madre, ancora oggi, esprime preoccupazione per i suoi eventuali infortuni. Ma la sua passione è incontenibile.

Manzi offre un messaggio ai giovani indecisi e ai loro genitori: praticare il kickboxing insegna autocontrollo, gestione dello stress e problem solving, capacità fondamentali anche per affrontare le sfide della vita quotidiana, come ad esempio gli esami universitari. La disciplina aiuta a pensare razionalmente anziché reagire impulsivamente.

Il suo amico d’infanzia, quello difeso a costo di subire violenza fisica, rimane tutt’ora il suo migliore amico: una testimonianza del valore delle amicizie e della crescita personale.

Redazione

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