Nella maestosa cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, si è svolta ieri sera la consueta allocuzione annuale del Vescovo Giuseppe Giudice alla comunità e alle autorità locali dell’Agro. L’evento ha visto la partecipazione di un folto pubblico composto da esponenti del clero, tra cui monsignor Domenico Cinque, parroco della basilica, i seminaristi del seminario di San Prisco ed altri rappresentanti della Chiesa locale, e da personalità del mondo civile, con i sindaci e i parroci dei comuni della diocesi presenti in prima fila. Ciascuno ha ricevuto dal Vescovo una copia del suo discorso. L’undicesimo messaggio pastorale, incentrato sul tema della fiducia, ha esortato i fedeli ad un profondo rinnovamento spirituale, spingendosi oltre la semplice fede per abbracciare un’autentica fiducia in se stessi, negli altri e nella Divina Provvidenza. Con parole di conforto, il Vescovo ha affermato: “Non temete, il Signore, la Sua Provvidenza, provvede”. Quest’invito, carico di speranza, potrebbe costituire una risposta alle controversie sorte nelle settimane precedenti a causa di decisioni episcopali che hanno suscitato critiche da parte di laici e fedeli.
Il discorso è stato arricchito da due suggestive letture tratte dalla letteratura classica: un passo dai “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, dove il cardinale Borromeo esorta Don Abbondio ad avere fiducia nella Provvidenza divina, e una lirica di Giovanni Pascoli, “La voce”, che descrive con toccante intensità la protezione divina in momenti di difficoltà. Il Vescovo ha sottolineato l’importanza della cultura e della conoscenza come strumenti per costruire una società più giusta e accogliente, esortando alla valorizzazione di luoghi come librerie, scuole, archivi e biblioteche, veri e propri “pozzi di sapienza”. Ha poi espresso preoccupazione per l’analfabetismo umano, affettivo e civile che colpisce molti giovani, un’angoscia condivisa alla luce dei recenti episodi di violenza e vandalismo. Tuttavia, ha ammonito contro la semplificazione, evitando di considerare i giovani come i soli responsabili di questi atti, spesso commessi da piccoli gruppi. Infatti, ha ribadito la necessità di offrire ai giovani alternative concrete, prospettive realistiche e un sostegno costante, comprendendo le loro esigenze e le difficoltà proprie della loro generazione.
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