Il ritorno dell’ora legale: un’ora di sonno in meno, ma benefici energetici?

La transizione all’ora legale, che avviene nell’ultima domenica di marzo, ci sottrae sessanta preziosi minuti di riposo, un sacrificio che, in un contesto di crisi energetica, potrebbe però rivelarsi utile per l’intera Europa, anche per i paesi non dipendenti dal gas russo. La maggior parte dei dispositivi elettronici, inclusi gli smartphone, si adegua automaticamente al cambio di ora; rimangono da regolare solo orologi tradizionali come quelli da cucina o alcuni modelli da polso più datati. Sebbene un’ora di luce solare aggiuntiva possa favorire la produttività, il risparmio energetico e le attività all’aperto – particolarmente apprezzate con i costi dell’energia alle stelle – gli effetti sul nostro organismo non vanno sottovalutati. Studi scientifici evidenziano un aumento dei rischi di eventi cardiovascolari (soprattutto in individui già predisposti), un incremento degli incidenti stradali e sbalzi d’umore, soprattutto nel lunedì successivo al cambio di ora. Tuttavia, questi effetti collaterali tendono a diminuire sensibilmente entro il martedì. Per mitigare i disturbi del sonno, gli specialisti raccomandano di anticipare la coricazione e di evitare cibi pesanti e alcolici prima di dormire, poiché, sebbene possano favorire l’addormentamento, possono compromettere la fase REM del sonno, quella realmente rigenerante.