L’Invasione Russa e le Ripercussioni sull’Economia Italiana

L’Invasione Russa e le Ripercussioni sull’Economia Italiana

L’invasione russa dell’Ucraina ha provocato un’immediata e violenta reazione dei mercati finanziari internazionali. Il prezzo delle materie prime è schizzato alle stelle, mentre le sanzioni occidentali contro Mosca rischiano di generare ritorsioni che colpirebbero le esportazioni e gli scambi commerciali. L’aggressione militare, temuta per settimane, ha preso forma con l’avanzata delle truppe russe nella regione di Kiev, seguita da attacchi aerei e anfibi. Le immagini di bombardamenti, missili e vittime civili, insieme al panico di una popolazione in fuga dalla capitale, hanno fatto da sfondo all’appello di Putin alle forze ucraine alla resa. La minaccia di un conflitto su scala globale ha avuto un impatto devastante sull’economia occidentale. Gli indici europei hanno subito crolli significativi; Piazza Affari ha registrato un pesante calo del 5,3%. Tra i titoli più colpiti figurano banche come Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali, Bpm e Mediolanum, ma anche aziende industriali come Pirelli e Buzzi. La crisi geopolitica ha determinato un’impennata del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam (+25,4%), trascinando con sé il petrolio (Brent a 105 dollari al barile, +8%). Anche i beni rifugio, come l’oro (+2,4%), hanno registrato un aumento di valore. In Italia, il settore alimentare è in stato di allarme. I produttori di pasta hanno annunciato nuovi aumenti di prezzo per pasta, farine, pane e dolci, aggravando il peso della spesa per le famiglie italiane. L’Ucraina, infatti, ha fornito all’Italia oltre un milione di tonnellate di grano tenero nel 2021 (il 20% delle importazioni), e il costo della pasta secca era già aumentato dal 19% al 50% prima dell’invasione. L’Ucraina è inoltre un fornitore cruciale di mais per l’allevamento italiano, un prodotto il cui prezzo è già salito del 50% e ha subito un ulteriore aumento del 12% in seguito al conflitto, con conseguente impatto sui costi di carne e latte. L’aggressione russa avrà ripercussioni significative sui prezzi alimentari, e le sanzioni europee potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione con possibili ritorsioni. Una riduzione, anche parziale, delle forniture di gas causerebbe un’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia. Inoltre, l’Italia importa dalla Russia e dall’Ucraina materiali cruciali per l’industria tecnologica, come titanio, palladio, alluminio e nichel. Le difficoltà per l’Italia non si limitano alle materie prime e all’energia; sono attese ritorsioni che colpiranno le esportazioni e i flussi commerciali, in particolare il settore turistico. Il comparto vitivinicolo, con un export in Russia di circa 380 milioni di euro, osserva con preoccupazione gli sviluppi, temendo perdite ingenti a causa delle sanzioni. Il turismo italiano, che conta circa 6 milioni di presenze russe annuali, rischia un danno significativo, soprattutto alla luce della stagione estiva e del recente periodo di crisi pandemica. La possibilità di un’escalation del conflitto in Europa occidentale, coinvolgendo anche i Paesi NATO, tra cui l’Italia, alimenta ulteriormente le preoccupazioni.