Il compositore e musicista di fama internazionale, Claudio Zitti, offre una prospettiva critica sul recente Festival di Sanremo, un evento che definisce decisamente negativo. Con una carriera costellata di collaborazioni prestigiose – tra cui Fiorella Mannoia, Ron, Mietta, Biagio Antonacci, Laura Pausini, Patty Pravo, Luca Barbarossa, Amji Stewart e Al Bano & Romina, oltre ad attività di arrangiatore per importanti case discografiche come BMG-Ricordi, Sony e Universal – Zitti possiede un’esperienza significativa nel settore musicale. Già nel 1998, in veste di critico per una nota testata giornalistica, aveva espresso preoccupazioni sull’evoluzione del Festival, notando la sua trasformazione in uno show televisivo autoreferenziale. Oggi, afferma che la competizione non è più incentrata sulla qualità musicale, ma sulla popolarità dell’artista, spesso determinata dalla visibilità sui social media come YouTube, Instagram, TikTok e Facebook. La vera musica, secondo Zitti, è soffocata dalla macchina commerciale dello spettacolo, con un impatto economico rilevante che privilegia conduttori e pubblicità a discapito della creatività autentica. L’evento è diventato, a suo parere, una trasmissione televisiva di lunga durata, con una notevole componente economica che oscura la pura espressione artistica.
Zitti, autore di colonne sonore per film e documentari come “L’ultimo concerto” (EMI) di Francesco Laudadio per RAI 2, nonché pianista nelle orchestre dirette da maestri come Ennio Morricone e Louis Bacalov, offre una riflessione più ampia sul “fare musica”. Per lui, questa non è solo un’attività professionale, ma una vera e propria filosofia di vita, che richiede sacrificio e dedizione. È una forma di crescita personale, un processo di auto-costruzione che richiede sensibilità, padronanza e curiosità intellettuale, abbracciando diversi ambiti culturali come cinema, teatro, arte, storia, filosofia e poesia. Il successo e gli applausi sono solo un aspetto di questo impegno costante, che richiede una passione incondizionata, come dimostra l’esempio di Laura Pausini, che, nonostante il successo planetario, ha sempre conservato la gioia intrinseca del “fare musica”.
Infine, riguardo ai vincitori e al brano vincitore, Zitti, con l’occhio esperto del professionista, analizza il Festival anche da un punto di vista sociologico-artistico. Ricorda con nostalgia i Festival tra il 1990 e il 1995, caratterizzati dal ritorno dell’orchestra dal vivo sotto la direzione di Adriano Aragozzini. Egli si concentra sull’aspetto emotivo e artistico-culturale della musica, dichiarando di aver previsto la vittoria di “Brividi” per la sua melodia accattivante e l’interpretazione convincente dei due artisti.
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