Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, la povertà dilagante a Napoli spinse molte famiglie al commercio illegale, tra cui il fiorente mercato nero delle sigarette, alimentato dai quantitativi di tabacco venduti dagli alleati americani. Le donne, abili a nascondere la merce sotto gli abiti, divennero le principali protagoniste di questo business. Per distinguersi dalla concorrenza, le contrabbandiere più intraprendenti riscoprirono una strategia già in uso alla fine dell’Ottocento: “’a sigaretta c’o sfizzio”. Questa pratica, molto apprezzata dalla clientela maschile, consisteva nel nascondere le sigarette sotto gli abiti, trasformando il corpo stesso in un “emporio” e rendendo l’acquisto un gioco erotico e stimolante. La ricercata merce era nascosta in tasche cucite nelle sottane, nelle calze, nei corpetti, lasciando ai clienti il compito di trovarla, a fronte di un piccolo sovrapprezzo. Concetta Muccardi, figura leggendaria del contrabbando napoletano, eludeva l’arresto sfruttando una singolare strategia: ripetute gravidanze, impedendole di scontare la pena secondo l’articolo 146 del Codice Penale. Questa storia, rielaborata da Eduardo De Filippo e poi magistralmente interpretata da Sofia Loren nel film “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica (vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 1965), ci offre uno spaccato vivido e ironico della Napoli del dopoguerra, tra audace illegalità e sfrenata inventiva femminile. La pellicola descrive la protagonista, Adelina, che utilizza le gravidanze per evitare la prigione, fino a quando la situazione, diventa insostenibile anche per il marito, Carmine. La storia termina con l’intervento del popolo napoletano che ottiene la liberazione di Adelina.
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