In un’operazione congiunta, la Guardia di Finanza di Caserta, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito tre provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti individui accusati di usura, estorsione e riciclaggio, aggravati dal metodo mafioso. L’indagine, condotta dalla Compagnia di Marcianise, ha preso le mosse dalle denunce di un imprenditore locale, vittima di gravi minacce e pressioni, comprese intimidazioni connesse al clan camorristico dei Belforte. L’indagine ha svelato un sistema di usura con tassi d’interesse del 120% annuo, riscossi tramite assegni “in bianco” emessi dalla vittima, poi incassati da prestanome e consegnati ai reali beneficiari. L’inchiesta ha inoltre documentato come gli indagati abbiano riciclato parte dei proventi illeciti attraverso l’utilizzo di assegni derivanti dalle attività usurarie da parte di un altro imprenditore complice, consapevole della loro provenienza criminale. A seguito di ciò, le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni immobili, tra terreni e fabbricati, per un valore complessivo di circa 240.000 euro, equivalente al profitto generato dall’attività usuraia. Due arrestati sono stati condotti in carcere, mentre uno è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
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