La variante Omicron: un’evoluzione meno temibile del Covid-19?

La variante Omicron: un’evoluzione meno temibile del Covid-19?

Circa due settimane dopo l’identificazione della variante sudafricana del Covid-19, denominata Omicron, i dati suggeriscono una gravità inferiore alle prime previsioni. Un’indagine del Regno Unito, condotta su 581 partecipanti, ha confermato la maggiore trasmissibilità di Omicron rispetto alla variante Delta. Tuttavia, la stessa ricerca indica che tre dosi vaccinali assicurerebbero una protezione fino al 75% contro l’infezione. Mentre due dosi di vaccini Pfizer o AstraZeneca dimostrano una limitata efficacia contro Omicron, la dose di richiamo sembra incrementare significativamente la protezione. L’esperienza in Africa evidenzia un tasso di ospedalizzazione tra i pazienti Omicron nettamente inferiore rispetto a quello osservato con la variante Delta. L’Italia, al momento, registra una trentina di casi accertati di Omicron, con la Campania come regione maggiormente interessata. Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, la priorità rimane la gestione della variante Delta, data la sua maggiore diffusione. Bassetti ha espresso l’auspicio che Omicron sostituisca Delta, in virtù della minore pericolosità, ma sottolinea la criticità rappresentata dagli oltre sei milioni di italiani non vaccinati, molti dei quali over 50, che sovraccaricano gli ospedali e i servizi di pronto soccorso. Questa situazione genera disagio e frustrazione negli operatori sanitari, che assistono al ricovero di pazienti in terapia intensiva a causa di una malattia prevenibile.