A partire da venerdì 15 ottobre, il certificato verde diventerà obbligatorio per accedere a tutti gli ambienti lavorativi, pubblici e privati. Il governo ha emanato un decreto che rafforza l’utilizzo del Green Pass e inasprisce le relative penalità, con multe fino a 1500 euro e sospensione della retribuzione per i trasgressori. Il provvedimento, che regola il ritorno in presenza dei dipendenti della pubblica amministrazione e le procedure di verifica, stabilisce chiaramente le categorie interessate dall’obbligo. Questo include non solo i dipendenti pubblici, ma anche i lavoratori di aziende appaltatrici (pulizie, ristorazione, manutenzione, rifornimento distributori automatici), consulenti, collaboratori, partecipanti a corsi di formazione e corrieri che consegnano posta all’interno degli uffici. Gli utenti finali, invece, sono esenti. Si segnala un’eccezione per alcune categorie di lavoratori a contatto con il pubblico: parrucchieri, estetisti, operatori dei servizi alla persona, tassisti e autisti di noleggio con conducente non saranno tenuti a richiedere o esibire il Green Pass.
I controlli, che potranno essere effettuati manualmente o tramite l’applicazione Verifica C19 (con l’autorizzazione del Garante per la privacy, che ne ha consentito l’uso a patto di non raccogliere dati personali), saranno a carico del datore di lavoro, il quale potrà delegare tale responsabilità ad un dipendente, preferibilmente con ruolo dirigenziale. Le modalità di verifica (all’ingresso, a campione, etc.) sono a discrezione del datore di lavoro, con un controllo giornaliero minimo del 20% del personale in servizio, garantendo la rotazione. Chi attende il rilascio del certificato potrà presentare la documentazione provvisoria rilasciata dalle strutture sanitarie, farmacie e laboratori. Chi è impossibilitato alla vaccinazione per motivi di salute dovrà presentare un certificato medico. L’assenza del Green Pass impedirà l’accesso al luogo di lavoro, comportando la sospensione dello stipendio, ma non il licenziamento o sanzioni disciplinari. In caso di accesso fraudolento, invece, oltre alla sospensione della paga e alla segnalazione al prefetto, si incorrerà in una multa da 600 a 1500 euro. I datori di lavoro che non effettuano i controlli o non attuano le misure organizzative necessarie saranno sanzionati con multe da 400 a 1000 euro, raddoppiate in caso di recidiva. Infine, lo smart working non sarà considerato un’alternativa per eludere l’obbligo del Green Pass.
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